mercoledì 27 aprile 2022

Recensione: La custode dei peccati di Megan Campisi

Casa editrice: Nord editore 

Genere: Narrativa generale

Pubblicazione:Gennaio 2022

Pagine: 400 

Voto: 


 

Per ogni peccato, un cibo. Per ogni confessione, il silenzio. Ma la verità non si può tacere per sempre. Ha rubato solo un pezzo di pane, ma la giovane May avrebbe preferito essere impiccata come tutti gli altri ladri. Invece il giudice ha scelto per lei una condanna peggiore della morte: diventare una Mangiapeccati. Dopo la sentenza, May è obbligata a indossare un collare per essere subito riconoscibile e le viene tatuata la lettera S sulla lingua. Da quel momento, non potrà mai più rivolgere la parola a nessuno. Poi inizia il suo apprendistato presso la Mangiapeccati anziana che, nel silenzio più assoluto, le insegna le regole del mestiere. Un mestiere spaventoso: raccogliere le ultime confessioni dei morenti, preparare i cibi corrispondenti ai peccati commessi e infine mangiare tutto, assumendo su di sé le colpe del defunto, la cui anima sarà così libera di volare in Paradiso. Le Mangiapeccati sono esclusivamente donne, disprezzate e temute da tutti, eppure indispensabili. E infatti, un giorno, May e la sua Maestra vengono convocate addirittura a corte, dove una dama di compagnia della regina è in fin di vita. Dopo la confessione e la morte della donna, però, alle due Mangiapeccati viene portato un cuore di cervo, un cibo da loro non richiesto e che rappresenta il peccato di omicidio. Sconcertata, la Maestra di May si rifiuta di completare il pasto e viene imprigionata per tradimento. Rimasta sola, la ragazza china la testa e porta a termine il compito, ma in cuor suo giura che renderà giustizia all'unica persona che le abbia mostrato un briciolo di compassione. Quando viene chiamata ancora a prestare i suoi servigi a corte, May intuisce che una rete di menzogne e tradimenti si sta chiudendo sulla regina e che solo lei è in grado d'intervenire. Perché essere invisibile può aprire molte porte, anche quelle che dovrebbero restare chiuse per sempre… Ispirandosi alla figura realmente esistita della Mangiapeccati, questo romanzo ci regala un'eroina modernissima, che rifiuta il ruolo impostole da una società che la umilia in quanto donna, e che grazie alla sua forza di volontà e determinazione riuscirà a cambiare il proprio destino.



Buongiorno lettori, oggi parliamo di un libro abbastanza popolare nel mondo del bookstragram, La custode dei peccati. 

La storia ha un fondamento reale, le mangiapeccati sono figure realmente esistite, anche se nel romanzo sono state modificate alcune cose, ma partiamo dall'inizio. 

La figura della mangiapeccati è una donna ed è colei che attraverso l’atto simbolico di mangaiare il pane (nella realtà, altro nel libro) sul letto di morte di una persona, assumendosi così tutti i peccati di quella persona. 

Il romanzo mi ha attirato fin da subito, ma devo ammettere che non mi ha conquistato a pieno. 

La figura della mangiapeccati è molto interessante e da questa figura si aprono le tematiche principali del libro quali la disuguaglianza e la disparità. Ho trovato il libro interessante, pieno di spunti di riflessione sulle tematiche dette, ma è come se il romanzo non arrivasse mai al punto. 

Nel romanzo abbiamo anche una componente “gialla, mistery “ che però trovo non sia stata molto avvincente, se non verso le ultime pagine. Ho preferito di gran lunga il tormento interiore della protagonista, la sua emancipazione e come riesce a viverla. 

Trovo che il romanzo descriva bene la disuguaglianza, le mangiapeccati sono considerate alla pari dei lebbrosi e nessuno si avvicina ad essi. 

Trovo molto interessante una parte del romanzo legata alla catena con la S che porta la nostra mangiapeccati. Se la gente vede la catena sa chi sai, ma anche lei stessa portandola si sente inferiore e togliendosi quel fardello riesce ad essere la persona che è sempre stata. 

In sostanza è un libro che consiglio perchè la storia della mangiapeccati è molto interessante, ma che personalmente non mi ha lasciato quasi nulla.









giovedì 14 aprile 2022

Recensione: La casa sul promontorio di Romano De Marco


Casa editrice: Salani editore

Genere: thriller 

Pubblicazione: marzo 2022

Pagine: 288

Voto:



Mattia Lanza è lo scrittore più amato d'Italia, il più venduto, il più invidiato, il più tradotto all'estero. Ha una bella famiglia, un'agente che farebbe qualunque cosa per lui, un appartamento a New Yorke abbastanza soldi per soddisfare ogni possibile desiderio. Insomma, una vita da sogno. Fino alla sera in cui sua moglie ei loro due figli vengono massacrati. Due anni dopo quei fatti di sangue, assolto nel processo che lo ha visto unico indagato per il triplice omicidio, Mattia Lanza decide di tornare a scrivere. Per farlo, sceglie di isolarsi in una villa nascosta dalla vegetazione, sul promontorio di Punta Acqua Bella, in Abruzzo, un paradiso affacciato sul mare. L'incontro casuale con una donna, Eva, sembra riportargli sensazioni che da troppo tempo non viveva, compresa l'ispirazione letteraria. Ma il passato continua a tormentarlo: gli incubi, le visioni angoscianti, i presagi di sventura non gli danno pace. Di chi sono gli occhi che lo spiano di notte? Chi è l'inquietante anziana che lo segue ovunque vada e lo fissa in silenzio? E cosa sono gli strani oggetti che ha trovato nella casa, che sembrano rimandare a un vicino cimitero di guerra? Svelando la verità con continui colpi di scena, questo thriller di Romano De Marco indaga la complessità delle relazioni e ci mostra fin dove è disposto a spingersi l'essere umano per assecondare i propri desideri. 


Buongiorno lettori, eccomi qui a parlarvi di un thriller, di uno scrittore italiano, che ho amato! 

Innanzitutto ringrazio Salani per l’opportunità sia di lettura del libro, sia per l’incontro online insieme all’autore. 

Questo romanzo l’ho divorato! è uno di quei libri dove una pagina tira l’altra e vuoi arrivare alla fine per scoprire come va a finire. 

Il romanzo ci parla di Mattia, uno scrittore italiano molto famoso, che dopo aver ritrovato massacrata la propria famiglia finisce con l’essere il primo accusato. Dopo due anni di terribile sofferenza decide, spinto anche da Giulia la sua editrice ,  di tornare a scrivere. Si recherà a Punta Acqua Bella, in una bellissima casa sul promontorio dove però l’arrivo della sua vicina Eva sconvolgerà un po ' i piani. Tornata l'ispirazione inizierà a scrivere un nuovo ed inedito romanzo, ma non è solo quello che accadrà, infatti Mattia dovrà fare i conti con il proprio passato, con quella figura che sembra perseguitarlo. 

Durante la permanenza al promontorio ci saranno omicidi e gravi pericoli, ma Mattia riuscirà a scrivere il romanzo? e cosa ne penserà la polizia di un ex indagato per pluriomicidio? 

Il romanzo mi è piaciuto davvero molto. Lo scrittore usa uno stile incalzante e mai noioso. Durante il webinar online ho avuto modo di scoprire che i posti descritti nel romanzo sono reali ( si trovano in Abruzzo) e la loro descrizione è stata appropriata e mai eccessiva.

Il romanzo si apre con la scena del delitto della famiglia di Mattia, una scena abbastanza forte, che dona subito al romanzo quel senso di cupo, di ansia, che si mantiene poi per tutto il romanzo.  

Diciamo che la parte che mi ha interessato meno è stata quella riguardo gli oggetti che Mattina trova nella casa e tutta la storia legata ad essi. 

I toni del romanzo sono molto cupi, ma non oppressivi. 

Per quanto riguarda il personaggio principale io l’ho amato! Ho percepito fin da subito la sua ansia, l’angoscia nel non riuscire più a vivere dopo l’inferno passato. Lo scrittore ha rivelato che sicuramente nei punti dove Mattia affronta la scrittura del nuovo romanzo, c'è un po ' la realtà della nevrosi dello scrittore. La storia che si verrà a creare con Eva e Mattia l’ho apprezzata molto, l’ho trovato realistica nell’insieme. 

Ma la cosa che ho apprezzato maggiormente di tutto è il finale!!! Dovete leggere il libro solo per questo finale! è geniale! Vi posso solo rilevare che è un pò un finale a doppio taglio . 

Sempre nell’incontro De Marco ha rivelato che parte del finale per costruire una storia solida e devo ammettere che è vero, tutto combacia. L’autore ha detto una frase che mi ha colpita molto “ La fantasia deve essere credibile la realtà no”. Ora non ricordo se era una citazione di qualcuno ma mi ha davvero colpito perché come ha detto Roamno, nella realtà succedono cose più terribili di quelle descritte nei libri.  Dell’autore ammetto che non ho mai letto nulla, ma andrò sicuramente a recuperare altro visto quanto mi ha entusiasmato questo libro. 

Vi ho incuriosito abbastanza?? correte a leggere questo libro se amate i finali che vi sorprendono