giovedì 18 novembre 2021

Dita Kraus La libraia di Auschwitz



Casa editrice: Newton Compton Editori

Genere: Storia, biografia

Pagine: 416

Pubblicazione: Gennaio 2021


A soli tredici anni Dita viene deportata ad Auschwitz insieme alla madre e rinchiusa nel settore denominato Campo per famiglie (tenuto in piedi dalle SS per dimostrare al resto del mondo che quello non fosse un campo di sterminio): quello che conteneva il Blocco 31, supervisionato dal famigerato "Angelo della morte", il dottor Mengele. Qui Dita accetta di prendersi cura di alcuni libri contrabbandati dai prigionieri. Si tratta di un incarico pericoloso, perché gli aguzzini delle SS non esiterebbero a punirla duramente, una volta scoperta. Dita descrive con parole di una straordinaria forza e senza mezzi termini le condizioni dei campi di concentramento, i soprusi, la paura e le prevaricazioni a cui erano sottoposti tutti i giorni gli internati. Racconta di come decise di diventare la custode di pochi preziosissimi libri: uno straordinario simbolo di speranza, nel momento più buio dell'umanità. Bellissime e commoventi, infine, le pagine sulla liberazione dei campi e del suo incontro casuale con Otto B Kraus, divenuto suo marito dopo la guerra. Parte della storia di Dita è stata raccontata in forma romanzata nel bestseller internazionale "La biblioteca più piccola del mondo", di Antonio Iturbe, ma finalmente possiamo conoscerla per intero, dalla sua vera voce. 








 Buongiorno lettori, oggi vi parlo di una lettura interessante, ma un pò pesante da leggere, la libraia di Auschwitz. 

Parto subito con la doverosa premessa di ricordare che questa è una biografia e non un romanzo. Dita è tuttora  in vita e ha scritto queste pagine come testimonianza di ciò che ha vissuto. 

Il libro si divide in tre parti; Prima parte dal 1929 al 1942(prima della guerra), Seconda parte dal 1942 al 1945( durante la guerra) Terza parte dal 1945 al XXI secolo( il dopo guerra). 

Ammetto che dal titolo mi aspettavo un libro incentrato quasi interamente sulla guerra e sui campi di concentramento, invece non è così, ma le emozioni non mancano.  


Dita ci racconta la sua vita partendo dalla sua infanzia, arrivando quasi subito all'inizio della dittatura nazzista, i primi cambiamneti che gli ebrei hanno notato, gli sfratti dalle case, doversi vedere togliere tutto quello che si è costruito in una vita intera. 

All’età di soli tredici anni Dita, insieme alla madre e il padre vengono caricati su un treno, stipato di gente, e deportati in un posto che conosceranno in seguito, Terezin. Dopo qualche mese furono deportati ad Auschwitz, dove il padre di morì. 

Le pagine che raccontano dei tempi nei campi non sono tantissime, ma sono molto dense di emozioni. 

Ci viene raccontato come a queste persone è stata tolta la dignità, il pudore. Vedere le altre persone morire lentamente di fame e semplicemente sperare di non essere il prossimo. 

I capitoli riguardanti Dita come “libraia” sono pochi e passano velocemente, ma si capisce molto bene il terrone e la paura provati. 

Abbiamo invece molto dedicato al dopoguerra. Dopo l’arrivo degli americani i sopravvissuti hanno dovuto ancora sopportare giorni difficili, in quanto venivano tenuti in quarantena per evitare il diffondersi di malattie infettive. 

Dopo questi periodi Dita racconta la lenta ripresa che c’è stata nella sua vita. Passo dopo passo è riuscita a costruirsi una vita nuova, cercando di dimenticare l’orrore provato nei Capi. 


Non vi svelo molto, perchè è interessante scoprire il suo percorso passo dopo passo. Una cosa che mi ha stupito molto, è stato il valore delle sigarette. Possedere delle sigarette per loro era come possedere oro. Le sigarette venivano usate per comprare le cose, in primis il cibo. Durante la guerra e nel successivo erano diventate merce rara, e quindi oggetti di facile corruzione. 


Personalmente dal titolo mi aspettavo meno del prima e dopo e più racconti sulla guerra, mentre è stato il contrario. Ammetto che ad un certo punto la terza parte diventa un pò noiosa, ma c’è sempre la curiosità di capire come una donna che ha passato l’inferno riesca a riprendersi e vivere una vita normale. 

Questo libro ve lo consiglio se siete appassionati del genere, e avverto chi fosse incuriosito che ci sono passaggi molto forti, che raccontano una pagina della nostra storia che non si deve ripetere mai più!



mercoledì 10 novembre 2021

Recensione: Le sette sorelle di Lucinda Railey




Casa editrice: Giunti

Genere: Saga  familiare, romanzo rosa

Pubblicazione: gennaio 2015

Pagine: 459

Voto: 



Bellissima eppure timida e solitaria, Maia è l'unica delle sue sorelle ad abitare ancora con il padre ad Atlantis, lo splendido castello sul lago di Ginevra. Ma proprio mentre si trova a Londra da un'amica, giunge improvvisa la telefonata della governante. Pa' Salt è morto. Quel padre generoso e carismatico, che le ha adottate da bambine raccogliendole da ogni angolo del mondo e dando a ciascuna il nome di una stella, era un uomo di cui nessuno, nemmeno il suo avvocato e amico di sempre, conosceva il passato. Rientrate precipitosamente nella villa, le sorelle scoprono il singolare testamento: una sfera armillare, i cui anelli recano incise alcune coordinate misteriose. Maia sarà la prima a volerle decifrare e a trovare il coraggio di partire alla ricerca delle sue origini. Un viaggio che la porterà nel cuore pulsante di Rio de Janeiro, dove un vecchio plico di lettere le farà rivivere l'emozionante storia della sua antenata Izabela, di cui ha ereditato l'incantevole bellezza. Con l'aiuto dell'affascinante scrittore Floriano, Maia riporterà alla luce il segreto di un amore sbocciato nella Parigi bohémienne degli anni '20, inestricabilmente legato alla costruzione della statua del Cristo che torreggia maestosa su Rio. Una vicenda destinata a stravolgere la vita di Maia.




Buongiorno lettori, oggi si parla del primo libro di una saga famigliare, quella delle Sette sorelle. 

Mi sono stupita da sola, in quanto io non amo le saghe famigliari, ma questa storia mi ha attirata pagina dopo pagina. 

In questo libro conosciamo tutte e sei le Sorelle adottate da piccole da Pa’ Salt, un uomo tanto ricco quanto misterioso. 

Dopo la prematura morte del padre le sorelle si riuniscono nella loro villa a Ginevra, dove scopriranno che nel testamento, il padre ha lasciato ad ognuna di loro degli indizi per ricercare le loro vere origini. La prima a prendere il volo per il Brasile alla ricerca delle proprie origini è Maia. 

Maia come personaggio mi è piaciuta davvero molto. Insicura ma caparbia. Una volta arrivata a Rio chiamerà uno scrittore con cui ha già lavorato insieme, e lui sarà molto lieto di aiutare Maia nella ricerca della sua vera famiglia. 

Dopo l’arrivo di Maia a Rio il romanzo intraprende una seconda linea temporale, quella narrata dal punto di vista della Bisnonna di Maia. 

Ammetto che all'inizio non mi interessava per nulla la storia di Izabela, (Bisnonna di Maia) ma dopo qualche pagina me ne sono completamente innamorata, e bramavo scoprire sempre di più cosa le fosse successo! 

La storia di Izabela è intrecciata con la storia della creazione della famosissima  statua del Cristo di Rio. La storia narrata della creazione della statua è una parte che mi ha emozionato moltissimo. Grazie a delle lettere a dei racconti Maia prenderà coscienza della sua vera famiglia, delle proprie origini e inizierà a capire come mai Pà Salt l’ha adottata. Mi è piaciuto che alla fine si chiude il cerchio, ma si lasciano delle porte aperte.  Arriviamo a capire tante cose, ma ci sono cose che scopriremo nel corso dei libri successivi. 

Le ambientazioni create dall’autrice mi sono piaciute molto. Si può distinguere facilmente se una scena è ambientata nei giorni nostri oppure nel passato. 

La cosa che ho amato maggiormente sono i personaggi! Una saga famigliare per funzionare bene deve avere dei personaggi con delle storie accattivanti e questa ci è riuscita in pieno! Tutti i personaggi hanno qualcosa da raccontare, a partire dalle cinque sorelle di Maia, per arrivare a tutti i personaggi che incontriamo nel passato. La storia d’amore non manca, anzi ne abbiamo più di una. Quella di Maia è sicuramente meno accentuata, cresce piano piano nella storia, e si capisce subito che un grave trauma passato la blocca. Mentre la storia d’amore di Izabela è semplicemente favola. è una storia d’amore di altri tempi, con diversi ostacoli, diverse priorità, ma non mancano la passione e la dolcezza. 


In sostanza questo libro mi è piaciuto molto, sicuramente continuerò con il secondo della serie e vedrò se procedere per tutta la saga. LO consigli un pò a tutti, perchè abbiamo sia una storia d’amore per i più romantici, sia un mistero da risolvere per i più investigativi e una storia di famiglia che commuove sempre tutti. Per non parlare di quanto è interessante vedere la creazione del Cristo, divenuto poi simbolo della città di Rio.





mercoledì 27 ottobre 2021

Casa editrice: Mondadori

Genere:  Narrativa, Thriller suspence

Pagine 512

Pubblicazione: Ristampa 2016

Voto: 



Parigi, Museo del Louvre. Nella Grande Galleria, il vecchio curatore Saunière, ferito a morte, si aggrappa con un ultimo gesto disperato a un dipinto del Caravaggio, fa scattare l'allarme e le grate di ferro all'entrata della sala immediatamente scendono, chiudendo fuori il suo inseguitore. L'assassino, rabbioso, non ha ottenuto quello che voleva. A Saunière restano pochi minuti di vita. Si toglie i vestiti e, disteso sul pavimento, si dispone come l'uomo di Vitruvio, il celeberrimo disegno di Leonardo da Vinci. La scena che si presenta agli occhi dei primi soccorritori è agghiacciante: il vecchio disteso sul marmo è riuscito, prima di morire, a scrivere alcuni numeri, poche parole e soltanto un nome: Robert Langdon.


Buongiorno lettori, 

oggi sono qui per parlavi di una lettura che ho affrontato a scatola chiusa sapendo poco o niente del libro. 

Il codice davinnci è uno dei romanzi più noti di Dan Brown, da cui è anche stato tratto un film, eppure non mi sono mai realmente interessata alla trama quindi sono andata molto alla cieca in questo libro. 

La lettura in sé porta già un bellissimo ricordo visto che l’ho affrontata al mare ed è stata anche una lettura piacevolmente sorprendente. 

Ho amato tante cose del libro, partendo dallo stile dell’autore, le dinamiche, i colpi di scena e la trama generale. 

Alla fine della lettura, ma già anche durante la lettura, ho capito perché dicono che sia un libro che mette in discussione molti credo della chiesa cattolica. 


Parto dallo stile di Brown che è semplicemente perfetto per la storia, mai sottotono, ma neanche troppo aggressivo. Gli indizi che semina lungo la storia, si collegano sempre tra di loro, e alla fine il lettore resterà sbalordito dalla conclusione. 


Le dinamiche che coinvolgono i nostri protagonisti, Robert e Sophie  inizieranno da quando il custode del Louvre prima di morire ha lasciato messaggi molto criptici sul proprio corpo e nel museo, tutti collegati in un qualche modo al Santi Graal.

Devo ammettere che la storia del Graal, la chiave di volta e tutte le cose che vengono dette all’interno del libro mi hanno affascinato molto. Lo scrittore le narra con trasporto e mi sono ritrovata coinvolta nei dubbi dei protagonisti e alla ricerca di questi indizi lasciati dal custode. 

I personaggi mi sono piaciuti molto, ognuno si prende il suo spazio e non prevale nessuno di loro.

In questa lettura ho sottolineato moltissime cose, in quanto vengono espressi e spiegato concetti che trovo molto interessati. 


Per quanto riguarda l’aspetto cattolico, io ho amato tutto! Io sono una persona credete, ma non mi ha affatto infastidito quello che viene messo in discussione, perché l’autore riesce a farlo in un modo non troppo “arrogante”. 


Vi parlerei ore di questo libro, mi ha attirato moltissimo, ma per non rovinare il piacere a voi che dovete ancora leggerlo vi consiglio di chiudere la recensione, andare in libreria, acquistare il libro e godervi questa splendida lettura. 


P.s. Per chi l’ha già letto scrivetemi i vostri pensieri, che ne parliamo in modo approfondito!!



martedì 19 ottobre 2021

Casa Editrice: Mondadori

Genere: Narrativa

Pubblicazione: settembre 2021

Pagine: 348

Voto:




La vita è breve. Nessuno lo sa meglio di Lenni Peterson che, a soli 17 anni, si trova nel reparto malati terminali al Princess Royal Hospital di Glasgow. Le corsie dell'ospedale non hanno molto da offrire a un'adolescente curiosa come lei ma Lenni, con il suo pigiama rosa e il supporto dell'Infermiera con i capelli color ciliegia, decide di andare alla ricerca delle risposte alle grandi domande sulla vita e sulla morte. È padre Arthur, il cappellano, che la ragazza importuna per prepararsi all'incontro con quello che le hanno detto chiamarsi "Padre Eterno". Ma quando al corso di arteterapia Lenni incontra Margot, una signora di 83 anni, ribelle e con un passato difficile, il mondo di entrambe cambia per sempre e la ragazza imparerà presto che non è solo quello che fai della tua vita a contare, ma anche con chi la condividi. Lenni si rende conto che sommando le loro età hanno vissuto cent'anni. Propone dunque a Margot di realizzare qualcosa che lascerà il segno: cento dipinti che immortalino le loro storie di crescita e di gioventù, di gioia e di amore perduto, di ricerca della persona che significa tutto. È grazie a questa impresa che le loro vite si intrecciano saldamente fino a diventare inseparabili. Nelle lunghe chiacchierate che precedono gli schizzi a carboncino, le due si raccontano segreti sepolti dal tempo e diventano indispensabili l'un l'altra. Il cuore di Margot, che è il motivo per cui la donna è in ospedale, si rivelerà ammaccato anche nello spirito e solo Lenni e una notte piena di stelle sapranno ripararlo. Lenni e Margot condividono il passato e la fine che si avvicina. Ma la loro vita non è ancora conclusa. Vivace, disarmante e colmo di tenerezza "I cent'anni di Lenni e Margot" è un romanzo che racconta di un'amicizia fuori dal comune e del segno indelebile che lasciamo nelle vite degli altri.




Buongiorno lettori, oggi vi parlo di un libro ricevuto in collaborazione con mondadori. 

Ammetto che sono stata attirata dalla trama del libro, perché adoro i libri che parlano di persone malate ( lo so sono sadica ahah ). 

La tematica della malattia, unita a quella dell’amicizia, smuovono in me qualcosa che mi fa emozionare molto, quindi questo libro ha avuto subito la mia attenzione. 

 per quanto le mie aspettative fossero alte per questa tipologia di storia Il libro non mi è piaciuto un granché.

 Ho fatto molta fatica a leggere questo libro principalmente per due cose: lo stile di scrittura e comportamenti di Lenny.

 Per quanto mi riguarda non mi è piaciuto affatto lo stile di scrittura, molto distaccato dai protagonisti  e di conseguenza  facevo molta fatica ad empatizzare con la storia. 

Ho trovato anche abbastanza confusionario come è strutturato il libro. Dividendosi in varie linee temporali racconta  la storia di Lenny in passato la storia di Margot nel passato e la storia attuale di Lanny e Margot all'ospedale.

Il passato di Margot è molto più interessante in quanto, più ricco di racconti di vita mentre Lenny, essendo molto giovane, non ha avuto un grande sviluppo. 


Per quanto riguarda Lenny non mi è piaciuto affatto il suo modo di rapportarsi con le persone.  sicuramente avere una malattia terminale ha 17 anni è impegnativo e ti fa arrabbiare con il mondo, ma non giustifica molti comportamenti. 

 ho trovato comportamenti molto capricciosi di una ragazza di 12-13 anni e molto immatura rispetto a quello che sta vivendo.

La storia di dipingere i quadri vivendo i loro cent'anni insieme è molto interessante ed è molto carina.  il problema fondamentale è stato appunto Lo stile perché non mi ha permesso di empatizzare con la storia. 


 Un rapporto che mi è piaciuto molto e quello che c'è tra Lenny è il prete della chiesa dell'ospedale,  anche se mi sarebbe piaciuto vedere approfondito il rapporto tra Lenny e la chiesa. 


  Detto questo è un libro che comunque consiglio ma sicuramente non è tra i migliori su questa tematica.




venerdì 24 settembre 2021

Casa editrice: Longanesi

Genere: Thriller psicologico

Pubblicazione: Dicembre 2019

Pagine: 400

Voto: 



Pietro Gerber non è uno psicologo come gli altri. La sua specializzazione è l'ipnosi e i suoi pazienti hanno una cosa in comune: sono bambini. Spesso traumatizzati, segnati da eventi drammatici o in possesso di informazioni importanti sepolte nella loro fragile memoria, di cui polizia e magistrati si servono per le indagini. Pietro è il migliore di tutta Firenze, dove è conosciuto come l'addormentatore di bambini. Ma quando riceve una telefonata dall'altro capo del mondo da parte di una collega australiana che gli raccomanda una paziente, Pietro reagisce con perplessità e diffidenza. Perché Hanna Hall è un'adulta. Hanna è tormentata da un ricordo vivido, ma che potrebbe non essere reale: un omicidio. E per capire se quel frammento di memoria corrisponde alla verità o è un'illusione, ha disperato bisogno di Pietro Gerber. Hanna è un'adulta oggi, ma quel ricordo risale alla sua infanzia. E Pietro dovrà aiutarla a far riemergere la bambina che è ancora dentro di lei. Una bambina dai molti nomi, tenuta sempre lontana dagli estranei e che, con la sua famiglia, viveva felice in un luogo incantato: la «casa delle voci». Quella bambina, a dieci anni, ha assistito a un omicidio. O forse non ha semplicemente visto. Forse l'assassina è proprio lei.



Buongiorno lettori,ho finalmente affrontato una lettura di Carrisi e me ne sono innamorata. 

Grazie ad un gdl sono riuscita ad affrontare per la prima volta questo scrittore italiano acclamato da molti.

La casa delle voci è stata una lettura a scatola chiusa, non ho letto né trama né commenti a riguardo e devo dire che penso sia uno dei motivi per cui l’ho apprezzato così tanto. 


Il romanzo in questione è un thriller psicologico, che attraverso il nostro protagonista Pietro ci farà conoscere i fatti di due linee narrative. La linea principale è la storia di Hanna, che ormai adulta , è tormentata da un ricordo, lo psicologo la aiuterà a ricordare cosa le è accaduto. 

Devo ammettere che quello che mi ha colpito è stato proprio lo stile di scrittura. 

Lo stile dell’autore è molto accattivante e riesce a descrivere in un molto intrigante e creare atmosfere suggestive.

Legata alla storia principale abbiamo un altro caso a cui sta lavorando il nostro protagonista.

Della trama non rivelo molto perchè questo è un libro che va scoperto passo dopo passo, e anzi se non l’avete ancora letto e vi incuriosisce buttatevi nella lettura senza leggere neanche la trama, vi sorprenderà ancora di più. 


Per quanto riguarda i personaggi sono molto caratterizzati, in maggior modo i protagonisti. Hanna e Pietro hanno un lato oscuro, che pian piano verrà alla luce. Mi sono piaciute molto le sfumature, soprattutto di Pietro, in quanto fanno riflettere su alcune paure inconsce, che si nascondono in ognuno di noi. 

Deve ammettere che anche se non è un horror tendevo a  non leggerlo di sera, visto alcune situazioni che mi hanno un filo impressionata ;)


Sicuramente recupererò altro dell’autore, per ora non posso che consigliarvi questo titolo, ma ricordatevi se non amate la suspence non fa per voi.



mercoledì 15 settembre 2021

Recensione: Fidanzati dell'inverno di Christelle Dabos

                                               

Casa Editrice: E/O edizioni 

Genere: Fantasy

Pubblicazione:  2018

Pagine: 505

Voto: 




Fidanzati dell'inverno" è il primo volume di una saga fantastica (L'Attraversaspecchi) che si snoda tra le mirabolanti peripezie della protagonista Ofelia, una ragazza un po' goffa ma dotata di due doni assolutamente speciali (può attraversare gli specchi e leggere il passato degli oggetti), e dei bizzarri personaggi che la circondano. 







Buongiorno lettori, eccomi qui a parlarvi di uno dei fantasy più chiacchierato e amati degli ultimi anni, fidanzati dell’inverno il primo volume della saga dell’attraversaspecchi. 

Parto subito dicendo che il mio voto non è totalmente positivo, sicuramente mi aspettavo di più, ma andiamo con ordine. 

Non sto qui a dilungarmi sulla trama, anche perchè ormai è super conosciuta. 

Parto subito dagli aspetti positivi del libro,in particolare due: il worldbuilding e il sistema magico. 

L’ambientazione e tutto il worldbuilding creato dall’autrice è davvero interessante e meritevole. Sicuramente una struttura particolare sono le arche, ed è interessante come ognuna sia diversa, unica a modo suo (in questo libro ne vediamo due). In generale ogni ambiente che troveremo nel testo è interessante. Ci sono anche ambientazioni particolari che sembrano una cosa ma in realtà sono altre ed è molto interessante. E con questo i collego al secondo punto: il sistema magico. 

Ogni famiglia in questo mondo ha delle capacità diverse, che chi legge nel pensiero, chi altera la realtà di un ambiente oppure chi come ofelia sa leggere. Lei toccando gli oggetti riesce a leggerne la storia. La nostra protagonista ha anche un altro potere ovvero attraversare gli specchi. Grazie a questa sua capacità riesce attraverso ad uno specchio a spostarsi da un luogo ad un altro. 

Il sistema magico è molto ben definito e coerente con le informazioni che ci vengono date. 

Unica pecca, all'inizio del romanzo non sono riuscita a capire bene i poteri della protagonista, avevo idea del contesto visto che avevo letto molti commenti e recensioni riguardo il libro, ma dalla letture mi è apparso molto confusionario all’inizio. 

Punto a sfavore del libro, personalmente l’ho trovato lento e con parti parecchio inutili. La storia è interessante, ma ho trovato un pò “il brodo allungato” dalle mille descrizioni di cosa fa la protagonista una volta arrivata sull’arca del Polo. Io capisco farmi esplorare il personaggio, ma descrivere ogni volta che parla con la cameriere di cose futili, oppure descrizioni su descrizioni di come si veste e di come passa le giornate le ho trovate eccessive. Un personaggio che ha tenuto vivo il mio interesse per il libro è stato Thorn. Personaggio sicuramente molto enigmatico e che il lettore avrà il piacere di continuare a scoprire nei libri futuri, perché per quanto mi riguarda in questo libro vediamo solo una piccola parte del personaggio. 

Per quanto riguarda Ofelia non mi è dispiaciuta, personaggio molto goffo e impacciato ma con carattere quando serve. 


In generale non mi è dispiaciuto, le ultime 100 pagine che sono dense di avvenimenti le ho letto in qualche ora, ma per il resto l’ho trovato un pò lentino e per ora non mi è scattata la voglia di leggere i seguiti della saga.









giovedì 24 giugno 2021

Casa editrice: Salani

Genere: Giallo

Pubblicazione: Maggio 2021

Pagine: 224

Voto: 




A dispetto del suo nome di battesimo, nel cuore di Amanda c’è poco spazio per i buoni sentimenti. Sarà forse colpa dell’ex marito, che l’ha lasciata, o sarà perché anche con l’attuale compagno le cose non funzionano granché, e a cinquant’anni è difficile rimettersi in gioco? O magari è per la sua carriera di scrittrice, che non è decollata come sperava? Fatto sta che Amanda ha un conto aperto con l’universo e, mentre aspetta l’occasione giusta per riscattarsi, insegna in un corso serale di scrittura. Sotto la sua guida, un gruppetto di aspiranti bestselleristi si esercita nell’arte del delitto perfetto – quello inventato, s’intende. Tra loro ci sono Rutger, l’aitante tennista, Vanessa, la milf pettinatissima, Giovanni, il romantico ottantenne, e Ludovica, l’agente letteraria invadente. Capitolo dopo capitolo, maestra e allievi si addentreranno nei ì

meccanismi intricati del loro romanzo, ma anche in quelli più insidiosi delle passioni che li legano l’uno all’altro.


Buongiorno lettori, oggi sono qui per parlavi di un libro letto in collaborazione con Salani. 

Quando ho letto la trama sono stata catturata da una cosa in particolare, il corso di scrittura per giallisti. Devo ammettere che è una cosa che piacerebbe fare pure a me ;) 

Il libro in generale non mi è affatto dispiaciuto. 

Ci troviamo in un libro con  all’interno due narrazioni, una che è quella principale, con Amanda e il gruppo di scrittura e la seconda, quella del giallo che scriveranno insieme durante il corso. 

Ci ritroviamo a conoscere questo gruppo variegato di persone, accomunati dalla passione per la scrittura, in particolar modo per i gialli. 

I personaggi che compongono il corso non sono gran che caratterizzati, ma quel che basta ai fini della trama. ci sono personaggi che appaiono di più, e con migliore incisività rispetto ad altri. 

I protagonisti del giallo che si comporrà pagina dopo pagina davanti a noi, sono un pò più caratterizzati ed incisivi. 

Devo ammettere che ad un certo punto ero molto più interessata al romanzo scritto dai personaggi che alla storia principale. 

Il filone principale del romanzo racconta la storia di Amanda, scrittrice non di super successo, che andrà ad intrecciarsi con alcuni personaggi presenti nel gruppo di scrittura. 

Sono rimasta un pò delusa dal fattore giallo del romanzo. 

Dalla trama prometteva un mistero da risolvere, pensavo ad un omicidio, invece si crea una suspance ma non effettivamente da giallo. Diciamo che sono molto più suspance da romanzo di Narrativa generale. 

Mentre la parte che mi ha interessato maggiormente è stato proprio il giallo scritto dai nostri protagonisti. Interessante e molto innovativo il fatto di inserire delle “chicche” di scrittura alla fine dei capitoli. 

In sostanza è un libro che ho letto piacevolmente e che capitolo dopo capitolo mi attirava sempre di più. 

Questo libro lo consiglio sopratutto a chi è appassionato di gialli all’italiana e ai corsi di scrittura.



mercoledì 16 giugno 2021

Recensione: Ciao per sempre di Corinna De Cesare



Casa editrice: Salani

Genere: Narrativa contemporanea 

Pubblicazione: Aprile 2021

Pagine: 160

Voto: 



Possiamo davvero dire addio a una persona, a un posto che abbiamo amato o che ha fatto parte di noi?

Per il funerale della nonna, Margherita è costretta a tornare a Collina d’Oro, il luogo dov’è cresciuta negli anni Novanta, con i terreni coltivati che danno al paese “quel nome fiabesco e anche un po’ ridicolo perché d’oro ci sono solo infinite distese di spighe di grano”. Ad attenderla ci sono la sua vecchia casa, l’amica d’infanzia che non ha più voluto incontrare, il primo amore dal quale è scappata senza spiegazioni. Rivederli significa fare i conti con quindici anni di silenzi e di bugie, ammettere la possibilità del dolore e affrontare verità sopite per troppi anni, provando a riconciliarsi con gli strappi della vita. Perché c’è una crepa in ogni cosa e da lì entra la luce.

Con una scrittura schietta e usando la propria geografia personale.




Buongiorno lettori, eccomi a parlarvi di un libro che letto per una collaborazione con Salani. 

Devo ammettere che con questo libro ho fatto un po fatica, perchè è stato il classico libro mi aspettavo una cosa e ne ho trovata un altra,  ma non proprio piacevole. 

La storia racconta la storia di Margherita, che torna al suo paesino di origine per partecipare al funerale della nonna, e li ricorderà il suo passato, le sue amicizie e i suoi amori. 

Partiamo da una nota negativa, il racconto non riusciva a prendermi.  Personalmente sono molto attaccata al mio paesino di origine (tanto che ho deciso di rimanere a vivere qui) quindi rivedevo certi aspetti delle protagonista, come il sentirsi a casa, ma non riuscivano a toccarmi molto. 

Nel racconto abbiamo molti episodi che riguardano il passato e non è sempre chiaro al lettore in quali si parla del passato in quelli del presente. 

I personaggi li ho trovati tutti molto piatti, non avevano molto spessore e sono altamente dimenticabili. 

L’idea della storia in sé non è male, ma per mio gusto è stata una storia poco incisiva, molto improntata sul passato e meno sul presente futuro. 

C’è una sorta di mistero legato ad un uomo che segue Margherita, interessante ma poco intrigante. 

Questa sarà una piccola recensione, ma sicuramente è stato un libro che mi ha lasciato davvero poco.