mercoledì 22 maggio 2019

Recensione: Trappola per topi di Agatha Christie


Casa editrice: Mondadori
Genere: Giallo
Pubblicazione: 1 edizione settembre 1982
Pagine: 145
Voto:



Cinque strani clienti e i proprietari sono isolati in una locanda. Tra loro si nasconde un assassino psicopatico che ha già ucciso una persona a Londra. Ma sotto quale travestimento si maschera l'assassino? Ciascuno dei presenti sembra avere qualcosa da nascondere. Toccherà al sergente Trotter, inviato sul posto, risolvere l'enigma


Buongiorno lettori, oggi partecipo pure io alla rubrica del Martedì con delitto, per parlavi di uno dei più famosi romanzi della Christie, vale a dire trappola per topi.
Ho letto questo libro durante la Red-a-thon che ho affrontato nel periodo di Pasqua. Devo dire la verità fin che non ho aperto il libro non sapevo che si trattasse di una commedia teatrale. Con il termine commedia si va ad indicare un tipo di spettacolo teatrale molto in voga negli anni 60 in Inghilterra, che però la scrittrice reinterpreta a modo suo inserendo in questi racconti sempre il tema giallo, ma alleggerito da parti leggermente più comiche.
Alcune delle opere sono state prima scritte sotto forma di romanzo e poi adattate per il teatro. Altre, tipo questa, nascono proprio come sceneggiature teatrali, la più famosa di tutti è sicuramente Dici piccoli indiani. (che ora devo assolutamente leggere!!)
Fatta questa introduzione avrete capito che ovviamente non posso analizzarlo come un romanzo, ma devo prendere in considerazione aspetti diversi. Innanzi tutto non abbiamo una storia molto lunga e quindi si arriva velocemente alla conclusione.
Secondo punto per me molto importate da tenere in considerazione, essendo un opere teatrale non abbiamo modo di capire i pensieri dei personaggi. Io personalmente ho solo letto romanzi con protagonista Poirot, mi sono abituata a seguire i suoi ragionamenti, le sue indagini, ad ascoltare le sue piccole domande che sembrano innocue ma che sono molto interessanti. Qui ovviamente non c’è nulla di tutto ciò. Sia perché non c’è il mio amato investigatore belga, sia perché essendo una commenda si basa molto di più su movimenti, azioni, espressioni e luoghi dove si trovano i personaggi.
La commedia si svolge nella locanda dei coniugi Ralston, dove alloggiano cinque strani clienti. Tra di loro si nasconde l’assassino che ha già ucciso qualcuno a Londra e ora sta per avvenire un altro omicidio. Bloccati da una tempesta di neve, nessuno può fuggire e tutti inizieranno a domandarsi chi sia l’assassino finendo a dubitare persino delle persone che conoscono da sempre.
La storia che ci viene raccontata è collegata ad un fatto passato che ha toccato, anche se in modi diversi, tutte le persone presenti nella locanda. Devo dire che questo non mi è piaciuto perché non viene spiegato molto bene. Se mi colleghi un fatto che sta accadendo ora, ad un affatto avvenuto nel passato mi devi spiegare bene il fatto accaduto nel passato, se no io lettore non capisco nulla. Alla fine della commedia avremo tutte le spiegazioni ma nel mezzo non ci capisci molto.
Essendo molto breve i personaggi mi sono scivolati addosso, caratterizzati diversamente uno dall’altro come è solita fare la scrittrice, ma non ho avuto modo di farmeli piacere particolarmente.
Parte interessante è la port fazione del libro. Dove ci vengono spiegate molte cose, ed è molto più comprensibile anche la commedia. Non ci viene solo spigata questa commedia ma un po' tutto il mondo delle commedie gialle e dello stile della Christie.
Quella parte l’avrei sottolineata tutta! Si parte dal teatro della scrittrice, a come creare suspence, all’argomento legato alla famiglia presente in molte opere, a come influisce l’essere isolati in un romanzo giallo. Quest’ultimo punto mi ha colpito molto perché spiega quelle piccole sezioni che percepisce anche il lettore sapendo che i personaggi sono in un luogo (esempio la locanda o un treno) da dove non possono fuggire e dove nessuno può arrivare.
Nella post-fazione ci viene anche spiegato come sia diverso intrattenere il pubblico per quanto riguarda un romanzo, quindi una lettura, o uno spettatore visivo quindi cinema o teatro. Abbiamo molte meno parti inutili nel cinema o teatro, l’ambientazione la descrizione fisica dei personaggi si intuisce guardando, mentre in un libro deve essere descritta in ottimo modo per farla comprendere al lettore.
Ora mi rimane da dirvi di recuperare la commedia e leggerla, perché se solitamente amate la Christie qui la adorerete. 

mercoledì 15 maggio 2019

Recensione: La regina del nord di Rebecca Ross

Casa editrice: Piemme
Genere: Fantasy
Pubblicazione: 16 ottobre 2018
Pagine: 370
Voto:

Regno di Valenia, 1566. Sono passati sette anni dall'arrivo di Brianna nella prestigiosa Magnalia, la scuola per giovani prescelte che ambiscono a perfezionare la propria vocazione ed essere adottate da un patrono. Brianna però è l'unica allieva a non aver mai mostrato doti particolari e, se non fosse stato per l'enigmatico maestro Cartier, non avrebbe trovato la sua vocazione tra Arte, Musica, Teatro, Eloquenza e Sapienza. Ma alla cerimonia finale, il peggior timore della ragazza diventa realtà, e Brianna rimane l'unica senza un patrono. Ancora non sa che dietro allo spiacevole imprevisto si cela la sua più grande fortuna. Lo scoprirà solo quando un misterioso nobile - troppo esperto con la spada per essere un semplice protettore - la sceglierà. Brianna si troverà allora dentro un vortice di intrighi e piani segreti per rovesciare il re e ripristinare sul trono l'antica legittima monarchia, tutta femminile. Perché ci fu un tempo in cui sul Nord regnavano le regine. Ed è ora che quel tempo ritorni.



Buongiorno amici lettori, eccomi finalmente tornare con un fantasy. Era da un po' di tempo che non leggevo fantasy, diciamo da dopo la grande delusione del Il Sognatore.  Devo dire che ho trovato un bellissimo libro per farmi riavvicinarmi al genere.
Vi dico già che non è un libro perfetto, ha le sue pecche, i lati prevedibili ma tutto sommato mi ha rapita e le quasi 400 pagine sono volate in pochi giorni.
Il libro ci trasporta in un’epoca assai lontana nel 1566 in Valenia. Devo dire che dai nomi e dai paesaggi descritti presumo si possa collocare in un attuale Francia. La storia parte da una prestigiosa scuola per giovani ragazze che studiano una determinata arte per venire scelte da un patrono. La nostra Brianna viene accettata in questa Scuola non proprio per le sue doti in un’arte, anzi lei stessa faticherà per trovare la sua strada, ma per il nome di suo padre. Un padre che Brianna non conosce, non ha mai visto e anzi di cui non sa nemmeno il nome. Sa solo una cosa di suo padre, abita nel Regno del Nord, in Maevania. Nella prima parte del racconto ci viene mostrata la vita di Brianna, una ragazza normale all’età di diciassette anni, ci viene spiegato come funziona la sua scuola e come le sei ragazze sino molto unite tra di loro.
Nella vita di Brianna però c’è sempre aperto un dubbio, un qualcosa che nessuno le ha mai spiegato, chi è suo padre? Lei stessa è molto affascinata da tutto quello che riguarda la Maevania, le tradizioni diverse, gli usi e i costumi diversi, e la potenza delle donne in quel Regno. Esso infatti è sempre stato governato da Regine fin che un Re non ha rubato il potere, al casato che regnava. Per rimettere sul trono una regina occorrerebbe una guerra, ma senza la Pietra di Evanteline è impossibile. Questa pietra è dotata di poteri magici ed è l’unica cosa che può fare cadere l’attuale Re, ma la pietra non è mai stata più vista.
Un giorno mentre è a Magnaia, Brianna sfoglia un libro imprestatogli da Cartier, il suo professore, e le capita una cosa molto strana, si connette con i pensieri e le azioni di un suo antenato ed è proprio lui che sa dove si nasconde la pietra di Evanteline.
Da qui in poi non posso dirvi molto se non che troverete molti intrighi politici e famigliari. La storia come avevo detto è a tratti banale. La nostra protagonista ha una capacità particolare è molte cose dipendono da lei. Però mi è piaciuto come si svolge il tutto. I personaggi sono caratterizzati in un bel modo, anche se tendono ad affezionarsi troppo velocemente. Quando Brianna troverà un patrono, lui dal primo instante la tratta come se fosse la figlia di sangue, e a me sembra esagerato.
Una parte che ho adorato sono gli intrighi politici, tante volte semplici ma efficaci. Su questo punto non posso dirvi nulla tranne… saltate le prime pagine del libro dove vengono elencate le dinastie dei casati!! Ci sono spoiler enormi!!
All’interno del libro c’è anche una storia d’amore, un amore che si può percepire fin da subito. Non sono impazzita ne gioia né di dolore è una parte di storia che mi è stata molto indifferente.
 Ho invece ammirato come si distinguono i due regni. In uno la donna è guerriera al potere, nell’altro è “oggetto” dell’uomo. In uno bisogna mangiare sempre composti, fare riverenze e farsi servire a tavola, nell’altro si mangia tutti assieme, un vassoio in mezzo alla tavola e ci si divide il cibo. Molto bello che questa distinzione la troviamo anche nella caratterizzazione dei personaggi.
 Devo però dire che questo libro è perfetto così e anche se il secondo si trova solo in inglese non so cosa ne potrebbe uscire, visto che la storia è praticamente conclusa.