giovedì 28 novembre 2019

Recensione: Iron Flowers Regina di cenere di Tracy Banghart

Casa Editrice: DeA Planeta Libri
Genere: Fantasy, Young adult
Pubblicazione: 10 Settembre 2019
Pagine: 375
Voto:

Se c’è una cosa che Nomi ha imparato durante i mesi trascorsi a corte è che non bisogna arrendersi mai. Nemmeno quando tutto sembra perduto. Nemmeno quando Malachi, l’uomo che ama più di se stessa e legittimo erede al trono, viene spodestato dal fratello minore e bandito dal regno. Disperata, Nomi sa che le rimane un’unica speranza: raggiungere la sorella Serina nella prigione di Monte Rovina. Ma al suo arrivo non trova ad aspettarla le donne vinte e ferite che ha sempre immaginato. Perché le prigioniere di Monte Rovina si sono ribellate: alle loro ingiuste condanne, al loro ingiusto destino di donne. E Serina, la dolce, remissiva Serina, è il capo della rivolta. Il dolore, la violenza e la sofferenza hanno cambiato sia Nomi che Serina, eppure le sorelle sono pronte a combattere l’una al fianco dell’altra. Per liberarsi dell’usurpatore e per ristabilire la giustizia – e l’uguaglianza – in tutto il regno. Perché, a volte, per costruire un mondo migliore bisogna prima ridurre tutto in cenere. L’attesissimo seguito di Iron Flowers: il capitolo conclusivo di una serie straordinariamente attuale che parla di libertà, di sorellanza, di resilienza e, soprattutto di femminismo.

Buongiorno lettori,
oggi vi parlo di un libro che ho atteso per un anno, la conclusione della duologia Iron Flowers. Il libro mi è stato gentilmente inviato dalla casa editrice che ringrazio molto.
Questa è la duologia che racconta la storia di due sorelle, Nomi e Serina, che vivono nel Regno di Viralda. In questo regno le donne non hanno alcun potere o non possono prendere decisioni. Se volete saperne di più sul sistema vi lascio il link  https://lettricitralestelle.blogspot.com/2018/09/recensione-iron-flowers-di-tracy.html alla recensione del primo volume.
In questo secondo libro partiamo da dove si conclude il libro precedente. Serina è diventata il capo della ribellione sull’isola di Monte Rovina, ribellandosi a tutti gli uomini ed uscendone , insieme alle altre donne dell'isiola, vincitrici. Serina infatti in questo libro mi è piaciuta molto, è restata costante con il proprio cambiamento, senza mai avere dei rimpianti o ripensamenti su ciò che è diventata. Mentre Nomi arriva naufragando sull’isola, insieme ad un'altra grazia e a Malachi, legittimo erede al trono. Malachi però è stato quasi ucciso dal fratello, che ora ha preso il comando di tutto il regno e lo sta distruggendo.
Nomi come nel primo libro, non mi è piaciuta per nulla. È partita come un personaggio ribelle, con la voglia di scegliere, di cambiare la sua vita ed è arrivata come un personaggio piatto, che si lamenta, che pensa il 90% del tempo che è tutto colpa sua, ma effettivamente fa poco o nulla per reagire.
La storia narrata in questo secondo libro è un po' diversa rispetto al primo volume. Nel primo volume infatti veniamo introdotti nella storia, ci viene spiegato il sistema, mentre qui le nostre protagoniste lo rivoluzionano. Infatti, in questo libro c’è molto più combattimento, spargimento di sangue, voglia di attuare una rivoluzione, certo per i miei gusti si poteva osare anche un po' di più, ma per la storia che viene narrata è giusto così.
Ho trovato però un po' il tutto frettoloso. In questo libro come dicevo, assistiamo ad una rivoluzione, ma i nostri protagonisti non si trovano mai difronte a grandi cambiamenti, o grandi difficoltà nello svolgere il proprio piano di attacco. C’è una cosa in particolare che non mi è proprio piaciuta, riguarda la caduta del nuovo Re Asa che ha spodestato il fratello, ecco non vi posso dire di più, ma l’ho trovata banale e del tutto inverosimile.

Apprezzo sempre l’inno al femminismo che c’è nel libro. Essendo uno Young adult, quindi rivolto ai giovani lettori, cerca di creare situazioni in cui le donne da zero arrivano ad ottenere qualcosa. Una cosa che ho apprezzato molto è il fatto che, anche se le donne hanno un riscatto non cercano si schiacciare gli uomini, ma anzi vogliono arrivare al loro pari.
Unica nota che non ho apprezzato, ma più per gusto personale, è stato il finale. Non vi svelerò nulla, ma mi aspettavo un po' più di sangue 😉
Ho apprezzato invece il legame famigliare sentito in questo libro. Il legame tra le due sorelle è veramente forte e si sente, nei loro discorsi, nella loro fiducia l’una dell’altra, nel loro ritrovamento e anche nel non giudicare mai l’altra sorella per le scelte che ha preso e per i cambiamenti che ha avuto.
In questo libro appare anche il fratello di Nomi e Serina, personaggio non molto approfondito, ma che aiuterà subito le due sorelle nella loro rivolta.
Detto questo è una duologia che consiglio a tutti coloro a cui piace il fantasy, le lotte delle donne, e un po' di azione. 

giovedì 7 novembre 2019

Recensione: Ti regalo le stelle di Jojo Moyes


Casa editrice: Mondadori
Genere: Narrativa generale
Pubblicazione: Ottobre 2019
Pagine :408
Voto:

1937. Quando Alice Wright decide impulsivamente di sposare il giovane americano Bennett van cleve, lasciandosi alle spalle la sua famiglia e una vita opprimente in Inghilterra, è convinta di iniziare una nuova esistenza piena di promesse e avventure nel lontano Kentucky. Presto però le sue rosee aspettative e i suoi sogni di ragazza si scontrano con una realtà molto diversa. Costretta a vivere sotto lo stesso tetto con un suocero invadente, il dispotico proprietario della miniera di carbone locale, Alice non riesce a instaurare un vero rapporto con il marito e le sue giornate diventano sempre più tristi e vuote. Così, quando scopre che in città si sta costituendo un piccolo gruppo di donne volontarie il cui compito è diffondere la lettura tra le persone disagiate che abitano nelle valli più lontane, lei decide con entusiasmo di farne parte. La leader di questa biblioteca ambulante a cavallo è margery o'hare, una donna volitiva, libera da pregiudizi, figlia di un noto fuorilegge, una donna autonoma e fiera che non ha mai chiesto niente a nessuno, tanto meno all'uomo che ama. Alice trova in lei una formidabile alleata, un'amica su cui può davvero contare, specie quando il suo matrimonio con Bennett inizia inevitabilmente a sgretolarsi. Altre donne si uniranno a loro e diventeranno note in tutta la contea come le bibliotecarie della wpa packhorse Library. Leali e coraggiose, cavalcheranno libere sotto grandi cieli aperti e attraverso foreste selvagge, affrontando pericoli di ogni genere e la disapprovazione dei loro concittadini per portare i libri a persone che non ne hanno mai visto uno, allargando i loro orizzonti e cambiando la loro vita per sempre.

Buongiorno lettori, oggi vi parlo di un libro che mi ha catturato, emozionato e mi ha fatto riflettere molto, sto parlando di ti regalo le stelle di Jojo moyes. Innanzi tutto, ringrazio la Mondadori per avermi gentilmente inviato la copia del romanzo.
Questo romanzo è un qualcosa che colpisce a fondo, tratta di molti temi differenti ma importanti in egual modo. Per chi mi segue già dalla trama capisce che non è il genere che di solito leggo, ma c’era un qualcosa nella trama che mi ha attirato come una calamita e ne sono stata entusiasta quando ho finito la lettura.
Il romanzo è stato ispirato da una storia vera, la storia delle bibliotecarie a cavallo, è un progetto realmente esistito in quegli anni. Nel romanzo ci troviamo nel 1937, un periodo dove le donne contavano poco o niente. La nostra storia parte da quando Alice, una ragazza inglese, decide molto avventatamente di sposare Bennett, un bellissimo ragazzo americano che le promette un futuro da favola nel Kentucky. Alice fugge così da una vita che le sta stretta per seguire il sogno di un amore e una vita diversi, affascinanti e da favola, ma la realtà è ben diversa da una favola.
Alice dopo poco tempo capisce che con Bennet non c’è né amore ne attrazione, e si ritrova così in una piccola cittadina dove tutti la etichettano come l’inglesina, intrappolata in un matrimonio infelice. Per peggiorare le cose si ritrova ad avere un suocero molto, ma veramente molto, invadente. A salvarla da questo inferno sarà un’iniziativa che arriva in città. Una iniziativa prodotta da Roosevelt che consiste nel far avere alle famiglie più bisognose, quelle che abitano fuori della città, quelle povere, dei libri gratuiti da leggere.
Così Alice si offre volontaria nel progetto della Wap packhorse Library, inizialmente saranno lei e Margey, poi si uniranno altre 4 donne in questo progetto.
Diciamo che questa è un po' la trama di base, ma all’interno del libro si sviluppa molto di più. Alice che non ha mai legato molto con le donne della città, tutte molto prevenute nei suoi confronti, instaurerà un rapporto di profonda amicizia con Margey. Lei sarà la nostra co protagonista in questa avventura. Una donna segnata dal padre violento, un malfattore della peggior specie. Margey per questo motivo e per il suo modo anticonvenzionale di vivere è vista un po' da tutti, soprattutto la parte borghese della città, di cattivo occhio. Le avventure della biblioteca iniziano proprio con le nostre due protagoniste a cavallo, su e giù per le montagne. Vediamo come all’inizio la gente ha fin paura di loro, donne indipendenti che sanno leggere e che offrono l’opportunità di imparare a leggere anche alle famiglie più povere.
Dopo di che arrivano altre due ragazze Izzy e Beth, che aiuteranno con le consegne. L’attività della biblioteca va alla grande e così i libri da catalogare diventano sempre di più ed ecco che entra in scena Sophia, una donna di colore. In questo libro tocchiamo anche il tasto del razzismo, di come lei abbia paure di aiutare in biblioteca perché donna nera.  Sophia viene contattata da Marge, ma offre il proprio aiuto alla condizione di lavorare solo di notte, in modo da non essere vista da nessuno.
Le cose si complicano quando Van Cleve, suocero di Alice, mette al fuoco voci strane, che le bibliotecarie usano il progetto come copertura per far girare libri sconci, o comunque non adatti alle donne. Finiranno nei guai quando dopo un lungo inverno, mentre si scoglie la neve, verrà allo scoperto un cadavere con un libro accanto.
Della trama non posso dirvi nulla di più per non rovinarvi il piacere della lettura. I personaggi di questo libro, soprattutto alcuni, sono ben caratterizzati. Alice e Margery hanno una caratterizzazione tutta loro, e sono i due personaggi che nel libro si evolvono maggiormente. Alice ha una notevole crescita, si capisce che dentro di lei c’è uno spirito che cerca libertà, e durante il romanzo riuscirà a dare sfogo ad esso, diventando una donna libera, di amare, di leggere e di vivere la propria vita. Margery invece è la donna anticonvenzionale, che non si vuole sposare, la sua vita non deve dipendere da un uomo, cosa che all’epoca era vista di cattivo occhio. Le altre bibliotecarie non le ho trovate così tanto caratterizzate, alcune hanno qualcosa da dire mentre altre non molto. Una persona se pur odiosa ma ben caratterizzata è Van cleve, suocero di Alice. Incarna l’esemplare uomo di quel periodo. Pensa che le donne non servano a nulla, che non debbano avere la libertà, che debbano semplicemente sposarsi e far figli. Arriva a picchiare Alice, ad insultarla perché non riesce a restare incinta, non sapendo che in realtà il problema è suo figlio Bennet. Il giovane Van Cleve è diciamo l’ombra del padre, non muove un dito, non prende decisioni, non fa assolutamente nulla, È come se fosse una pedina del padre. Alla fine ha un leggero riscatto, ma per me resta un personaggio piatto, odioso e indifferente alla vita.
Ma i veri protagonisti sono loro, i libri. In questo romanzo si toccano le tematiche del razzismo, del femminismo, della cultura di un'altra epoca, ma più di tutto si parla della letteratura e di come un libro può cambiare la vita. Vediamo famiglie che non hanno assolutamente nulla, voler desiderare un libro, avere fame di imparare. Vediamo bambini che imparano a leggere, grazie a libri illustrati. Vediamo come un libro che piace a diverse persone può legarle, anche se all’apparenza non hanno nulla in comune.
Vi dirò in questo romanzo ci ho trovato, amicizia, coraggio, voglia di cambiare e tutto questo avviene grazie a dei libri. La cosa che, anche mentre sono qui a scrivere la recensione, mi fa sorridere è che questo è accaduto realmente. Avere tra le mani un libro, avere voglia di diffonderlo, equivale ad avere un potere immenso.
In un certo senso queste 5 donne sono le bookblogger del 1937, sono il nostro passato, ma hanno una differenza da noi. Loro venivano giudicate come qualcosa di sbagliato. Hanno dovuto affrontare pregiudizi, cattiverie, hanno dovuto sapersi far accettare, accogliere, hanno dovuto conquistare la fiducia della gente, ma una volta riuscite sono entrate nei loro cuori.
Ed è per questo che vi consiglio questo libro, è una storia potente di coraggio, di voglia di liberà, amore per sé stessi, per i libri e soprattutto la voglia di diffondere, di far conoscere al mondo quella cosa fantastica che si chiama arte della lettura.


lunedì 21 ottobre 2019

Recensione: è ora di riaccendere le stelle di Virginie Grimaldi

Casa Editrice: Fabbri Editore
Genere: Narrativa Generale
pubblicazione: Giugno 2019
Pagine: 335
Voto: 


Anna, trentasette anni, è sul punto di soccombere sotto il peso del lavoro e dei debiti e osserva la vita scorrerle davanti come se non le appartenesse. Proprio come le sue figlie, che incrocia ogni giorno solo per il tempo di una frettolosa colazione. Lily, dall'alto dei suoi dodici anni, non nutre grande simpatia per il genere umano: preferisce gli animali, e in particolare il topo che ha adottato e a cui ha messo il nome del padre perché, come ogni ratto che si rispetti, anche lui ha abbandonato la nave. A diciassette anni Chloé ha già detto addio ai propri sogni, e sa che presto dovrà darsi da fare per aiutare la madre. Ma l'atteggiamento da dura è solo una maschera che si scioglie ogni volta che un ragazzo le dimostra un minimo di tenerezza, fosse anche solo per approfittare di lei. II giorno in cui tutto le crolla addosso, Anna sí rende conto di essere sul punto di perdere ciò che ha di più caro al mondo e per cui ha sopportato fatiche e frustrazioni: le sue figlie. Superando paure e attacchi di panico, prende quindi una decisione folle e spericolata: carica le ragazze in camper e parte per un viaggio on the road verso Capo Nord. È l'inizio di un'avventura piena di sorprese esilaranti e incontri commoventi, un corpo a corpo che vedrà madre e figlie scontrarsi sul presente e confrontarsi sui segreti del passato, per poi imparare a conoscersi e ad ascoltarsi. Un'esperienza che le cambierà profondamente, lasciandole senza fiato. Proprio come l'aurora boreale.



Buongiorno lettori, ecco a voi un libro che vi fa viaggiare, sognare e amare la famiglia. È ora di riaccendere le stelle è un romanzo on the road, un genere che amo leggere d’estate. Lo scorso anno mi ero innamorata della storia di Ella e John quest’anno a farmi compagnia per un bel viaggio sono state tre Ragazze; Anna e le sue due figlie Lily e Cholé.
In questo libro la nostra protagonista Anna prende una decisione sicuramente poco verosimile, dopo aver racimolato i soldi che le basterebbero per coprire i suoi debiti e far vivere un periodo di serenità a lei e alle sue figlie, Anna fa una scelta fuori dal comune. Utilizza quei soldi per andare a fare un viaggio con le sue figlie.
All’inizio del libro troviamo una madre perennemente preoccupata di non arrivare a fine mese, stanca molto stressata e che in qualche modo trascura il rapporto con le figlie. Cholè, figlia adolescente, è una ragazza in piena crisi adolescenziale, in quel periodo di odio, ribellione e accettazione di sé stessi, ma al suo fianco non ha una guida, non ha con chi condividere le cose. Infine, abbiamo Lily ragazzina di dodici anni, molto riservata che all’apparenza non si accorge di nulla, ma nasconde più di quanto fa credere. La madre decide appunto di partire insieme alle sue figlie, per rafforzare il loro rapporto, per far conoscere a loro il mondo e il valore delle piccole cose.
Il libro mi è piaciuto, non è sicuramente perfetto, ci sono molti difetti, molti atteggiamenti che non mi sono piaciuti, ma nel complesso mi ha fatto apprezzare l’amore per la famiglia e soprattutto il legame tra madre e figlia.
Il libro è scritto sotto i tre punti di vista, uno per ognuna di esse. Il punto di vista di Anna ci viene narrato in modo tradizionale, conosciamo i pensieri di Chloè attraverso il proprio blog mentre esploriamo i sentimenti di Lily attraverso il proprio diario segreto. Come sapete se mi conoscete io adoro i libri scritti a punti di vista alterni.
La protagonista che meno mi è piaciuta è stata Lily. Nel libro ci viene detto che ha 12 anni, ma certe volte mi sembrava di leggere un diario di una bambina di otto anni. Fin verso la fine del libro l’ho trovata molto, forse fin troppo bambina. Avrei preferito dei pensieri anche solo leggermente più elaborati, o non proprio da piccola. Invece in Chloè mi sono rispecchiata molto, o meglio la parte adolescente nascosta dentro di me si è rispecchiata molto. Viviamo insieme al lei i turbamenti dell’adolescenza, i primi “amori”, i ragazzi che ti cercano, le stupidità che si fanno, e un atteggiamento più aggressivo verso la madre.
In certi momenti mi faceva anche innervosire, ma presumo che dopo che passi quell’età, dove sembra tutto il mondo contro di te, esternamente la vivi in modo diverso.
Infine, abbiamo Anna, che diciamo fino alla fine mi è piaciuta abbastanza. Una madre che per garantire un’economia alle sue figlie finisce con il trascurarle. Il viaggio è sicuramente una scelta discutibile, ma ci fa riflettere su quanto sia più importate avere i genitori al proprio fianco ogni giorno, piuttosto che vederli poco per farci comprare l’ultimo modello di telefono.
Nella storia veniamo anche a conoscenza del padre delle ragazze, padre poco presente, che pretende di avere decisioni importanti sulle figlie quando per molti anni non ha mai voluto sapere niente.
Ma i veri protagonisti di questa storia sono i paesaggi. Vengono descritti molto bene e pur non amando le zone fredde devo ammettere che ora vorrei anche io andare a fare un viaggio in Norvegia 😉
Un difetto del libro è che passiamo da un momento all’altro senza troppe spiegazioni. Diciamo che non ha una narrazione fluida. Prima magari abbiamo una scena di partenza poi saltiamo ad una scena dove sono già arrivati alla destinazione successiva. Questo, a mio parere, scombussola un po' il lettore in quanto già abbiamo capitoli alterni, quindi descritti in maniera diversa, se aggiungiamo anche un cambio di prospettiva completo può risultare fastidioso.
È un libro leggero, che si fa leggere senza troppe pretese. Non ha sicuramente tanti messaggi così profondi da insegnare, però ci fa viaggiare con la fantasia, attraverso le descrizioni, in posti del nostro pianeta stupendi, ma che non tutti hanno la possibilità di vedere. Ecco la magia di questo libro. 


lunedì 7 ottobre 2019

Recensione: la Maledizione di Solarius di Stefania Siano

Casa editrice: Plesio Editore
Genere: Fantasy
Pubblicazione: Marzo 2019
Pagine: 140
Voto:


Dopo un grande successo editoriale, la vena creativa abbandona Carlo e l'autore inizia a trascorrere intere giornate chiuso nel suo studio, cercando di scrivere qualcosa che lo soddisfi. Le cose cambiano quando sua figlia immagina la storia di Solarius e della sua maledizione. L'ossessione di Carlo è così forte da vedere se stesso nei panni del protagonista e la sua vita finisce per dividersi tra la difficile routine quotidiana e l'esistenza del principe. Ma la realtà di Solarius, che ha come unico obiettivo conquistare la fredda e austera principessa Lunaris, avrà presto il sopravvento...
Buongiorno lettori, oggi vi parlo di uno dei miei libri acquistati al salone del libro.
La maledizione di Solarius è un piccolo libro che mi ha attratto principalmente dalla copertina, poi dopo una veloce lettura della trama è stata l’autrice stessa, che ringrazio, a spiegarmi bene il libro.
Il romanzo ci parla di Carlo, uno scrittore che affronta un periodo di varie difficoltà.  È arrivato il così temuto blocco dello scrittore, con la moglie non riesce più a comunicare, ha una cognata un po' troppo invadente e l’unica a cui si interessa un po' è la figlia Iris. Ed è proprio passando del tempo con la figlia giocando e sognando insieme a lei che Carlo inizia a scrivere la storia di Solarius.
Pezzo per pezzo, racconto dopo racconto Iris riesce a far immaginare a suo papà un nuovo mondo fantastico ambientato tra sole e luna. Il problema sorge quando Carlo inizia a fare sogni strani, a sentire quello che sente Solarius, a capirlo, a pensare come lui, fino a non riuscire più a distinguere tra realtà e fantasia.
Il romanzo in sé mi è piaciuto, un mix di fantasia e di problemi reali, come il difficile rapporto con la moglie che non capisce il marito, non lascia più spazio alla sua passione, ma vuole che Carlo si concentri in un “vero lavoro”. I problemi che questa situazione suscita nella bambina, ma anche il messaggio di continuare a sognare anche da grandi e non solo da bambini.

 Poi abbiamo la componente fantastica, la storia di Solarius e Lunaris. La storia di per sé è molto carina, un gioco di potere, una maledizione in atto e soprattutto anche vendetta, ma boccio completamente il personaggio di Solarius.
In parte la stessa scrittrice mi ha detto che è stato creato appositamente così, arrogante maschilista diciamo insopportabile! Ogni volta che parlava, che faceva qualche cosa mi veniva voglia di tirargli un pugno!! Atteggiamenti che non mi sono piaciuto, si prende gioco di tutti ma non lo fa con un vero scopo. Solo per fare l’arrogante. Ecco lui non mi è proprio piacito.
Il libro si legge molto velocemente, lo stile di scrittura è molto semplice e diretto, adeguato allo stile del libro. Questo romanzo, a mio parere, è rivolto ad un pubblico più giovanile, il quale può apprezzare a pieno le due realtà presenti in esso.
Infatti, se pur molto carina e ben descritta la storia in se non mi ha lasciato molto. Ho apprezzato molto anche la cura del libro ed i disegni che ci sono all’interno, effettuati proprio dalla sorella dell’autrice.
Insomma, una storia carina, che fa sognare una vita tra sole e luna, e che fa riflettere sull’importanza di non smettere mai di immaginare, di sognare e perché no di credere alle storie fantastiche anche da adulti. 

giovedì 26 settembre 2019

Recensione: Il fiore dell'apocalisse di Luisa Colombo

Casa Editrice: Leone editore
genere: Thriller
Pubblicazione: 31 ottobre 2018    
Pagine: 414
Voto:

Maia Parodi torna a lavorare in questura dopo una gravidanza andata male e viene trasferita alla sezione omicidi. Una donna è appena stata ritrovata morta e l'unico indizio è un medaglione a forma di fiore con quattro petali, di cui uno dipinto di blu, rinvenuto sulla vittima. Le indagini non decollano, ma quando una seconda donna viene uccisa, Maia scopre che le due vittime frequentavano un misterioso centro esoterico e che gli omicidi potrebbero essere collegati alla teoria dei quattro elementi. Altre due persone sono quindi destinate a morire?

Buongiorno lettori, oggi vi parlo di una lettura che ho affrontato un po' di tempo fa, un mio acquisto effettuato al solone del libro, il fiore dell’apocalisse di Luisa Colombo.
Questo è un romanzo di genere thriller tutto al femminile. Dalla trama non si comprende ma non abbiamo solo una protagonista femminile, abbiamo tante protagoniste femminili. La narrazione del romanzo avviene attraverso tre punti di vista. Personalmente adoro i libri con vari punti di vista, ma in questo caso ho avuto alcune difficoltà. I capitoli sono divisi in tre punti di vista narrati da protagoniste differenti, uno per Maia la nostra poliziotta, uno per Anika commissario di polizia ed infine da Giada una psicologa amica del commissario e collaboratrice di polizia in determinati casi. Ogni tanto vengono aggiunti piccoli capitoli con pensieri dell’assassino e delle vittime.
La cosa che in questo libro non funziona e che mi ha rallentato parecchio la lettura a inizio libro è il fatto di non specificare da che punto di vista viene narrato il capitolo. Solitamente si adotta la tecnica di dare il nome del protagonista a quei determinati capitoli, invece qui abbiamo il classico susseguirsi di numeri (1,2,3…) e ad ogni capitolo facevo fatica ad entrare nell’ottica di quel determinato personaggio.
Fatta eccezione per i capitoli dedicati all’assassino e alle vittime che si intuivano dalla prima frase o dallo stile di scrittura diverso.

Parliamo ora delle protagoniste tre donne con un carattere molto forte. Maia è una donna che ha dovuto riprendersi da un forte trauma, ed è tronata a lavorare in un nuovo reparto, quindi è un po' la novellina, ma saprà riscattarsi con un forte determinazione, una grande intuizione e soprattutto una grande voglia di salvare le donne in pericolo. Abbiamo poi Giada psicologo che non si fa intimorire, cerca sempre quello che sfugge agli altri e mamma di una piccola bimba adorabile. Infine, abbiamo ANIKA la protagonista che mi è piaciuta di meno. Molto autoritaria, si preoccupa molto di più di cosa pensa la gente che salvare le ragazze che vengono rapite dal serial killer. Ecco questo aspetto l’ho davvero detestato.
 Il commissario che si trova in difficoltà nello scovare l’assassino mentre le donne continuano a sparire, e lei a cosa pensa, al fatto che i media le stanno con il fiato sul collo!!! Ha paura di fare “una brutta figura”. Se penso che queste cose possano succedere anche nella realtà mi viene il vomito! Un commissario che cerca la risposta non per salvare la gente, ma per fare bella figura!
 Altra nota dolente del romanzo è il tassello fondamentale che serve per risolvere il mistero e svelare l’assassino avviene in un modo abbastanza paranormale. Ecco io non amo la mescolanza dei due generi. Quando leggo un romanzo giallo ambientato nei pressi di Milano cerco una soluzione reale al caso, senza mezzi sovrannaturali.
Invece ho amato il mistero, tutta la storia de serial killer, tutto legato al mondo esoterico. Abbiamo una rappresentazione della natura e degli elementi, descritta in ottimo modo. L’assassino crede di purificare le proprie vittime attraverso la natura. Questa è la parte che non posso svelarvi ma che ho adorato.
Nel complesso se avete voglia di immergervi in un poliziesco al femminile ambientato in Italia, con un che di esoterico bè questa lettura è quello che state cercando. 

martedì 10 settembre 2019

Recensione: Dieci piccoli indiani di Agatha Christie

Casa editrice: Mondadori
Genere: Giallo
Pubblicazione: prima pubblicazione 1946
Pagine: 210
Voto:

Dieci persone estranee l'una all'altra sono state invitate a soggiornare in una splendida villa a Nigger Island, senza sapere il nome del generoso ospite. Eppure, chi per curiosità, chi per bisogno, chi per opportunità, hanno accettato l'invito. E ora sono lì, su quell'isola che sorge dal mare, simile a una gigantesca testa, che fa rabbrividire soltanto a vederla. Non hanno trovato il padrone di casa ad aspettarli. Ma hanno trovato una poesia incorniciata e appesa sopra il caminetto di ciascuna camera. E una voce inumana e penetrante che li accusa di essere tutti assassini. Per gli ospiti intrappolati è l'inizio di un interminabile incubo.

Buongiorno lettori, oggi vi parlo di un grande libro, non per la mole ma per il contenuto! Si sa che con Agatha Christie si va sempre sul sicuro, infatti questo è il suo più grande capolavoro, Dieci piccoli indiani.
Penso di essere una delle poche persone che pur leggendo il genere giallo/thriller, non aveva ancora effettuato questa lettura. Che dire sono rimasta senza parole alla fine del libro. Ma andiamo per punti.
La storia racconta di dieci persone, una più diversa dall’altra che sono state invitate da una persona misteriosa su un’isola deserta. Tutti sono in qualche modo collegati a delle morti, di persone diverse. Dopo poco che le persone (8 invitati più 2 domestici) sono arrivate sull’isola iniziano a verificarsi le prime morti, che sembrano casuali ma il mistero va ad infittirsi sempre di più. Nella casa compare anche sempre una strana filastrocca che racconta di 10 poveri negretti, che vennero appunto uccisi uno ad uno.
Del romanzo in sé non vi svelo nulla anche perché toglierei tutto il piacere della lettura. Come sempre la nostra amata scrittrice ha creato un assortimento di personaggi curiosi e diversi da loro. Nessuno uguale ad un altro e pur non raccontando molto di essi riesce a farteli capire, ti ritrovi a cercare di pensare come loro. Il punto forte della scrittrice è sicuramente questo. Altro personaggio pur non essendo una persona è la casa sull’isola deserta. L’isola vista solitamente come qualcosa di bello e lussuoso, in questo momento viene trasformata in una trappola senza via di fuga.
Nell’edizione che ho letto io non c’è né una per né una post fazione, ma come avevo letto in trappola per topi (https://lettricitralestelle.blogspot.com/2019/05/recensione-trappola-per-topi-di-agatha.html) la scrittrice usa questi elementi solitamente piacevoli per ricreare un atmosfera di chiusura, un senso di prigionia.  Durante la lettura inutile dirvi che ho dubitato di tutti i personaggi arrivando alla fine e rimanendo sconvolta dalla conclusione!!
Dopo averlo letto capisco perché lo presentano come il più famoso libro dell’autrice è assolutamente geniale.
Questo romanzo lo consiglio a tutti gli amanti del genere ovviamente, ma anche a coloro che solitamente non prediligono questo genere perché è talmente geniale che un libro così bisogna per forza leggerlo 😉

domenica 4 agosto 2019

Recensione: Possessione di Roberta Melli


Casa Editrice:  Leone editore
Genere: Giallo, Thriller 
Pubblicazione: 27 giugno 2019    
Pagine: 301
Voto:

Isabella, medico psichiatra, e il suo compagno Sergio, entomologo forense, si trovano coinvolti nella stessa indagine che vede feroci assassini seriali terrorizzare gli abitanti di Trento, emulando le gesta di una banda che uccideva nella stessa zona trent'anni prima. Nell'ospedale in cui lavora Isabella, intanto, una bambina apparentemente posseduta mina le certezze dei medici: anche la scienza vacilla di fronte al fascino illusorio del paranormale. Come parti di una clessidra vicine e speculari tra loro, le due anime di questo romanzo si scambiano continui e oscuri rimandi, attraverso la porta stretta da cui il male entra nelle nostre vite per rovesciarle. E lì, stretti in quel nodo, Isabella e Sergio rischieranno di perdere qualsiasi certezza nella fede e nella virtù.
Roberta Melli non delude mai, e cosi pure il suo nuovo libro Possessione! Un thriller appassionante e coinvolgente dal sapore un po’ occulto e misterioso!
La protagonista è Isabella, ma ogni personaggio ha un carattere ben definito e particolare, il che rende il libro molto vivido!
In questa storia, del tutto originale e particolare, delitti e crimini si mescolano a possessioni e misteri a dare origine a una trama a cui è impossibile non appassionarsi immediatamente!
Tutto in questo libro gira intorno alla psiche umana, continuo mistero e abisso inesplorato… 
    

Isabella dovrà sfruttare tutte sue conoscenze da psichiatra per risolvere il mistero della bambina che ha in cura, ma spesso la conoscenza medica non basta e si troverà ad affrontaresituazioni che metteranno la sua razionalità a dura prova!
In parallelo abbiamo la storia di Sergio, marito di Isabella, che insieme alla polizia segue le tracce dei feroci assassini che stanno terrorizzando Trento.
Questo libro ha accompagnato la mia estate, tenendomi col fiato sospeso fino alla fine!
Come sempre, dai libri di Roberta traspaiono le sue passioni e i suoi interessi, in questo caso l'interesse per la psicologia e l'entomologia. Questo è proprio ciò che rende i suoi libri unici e coinvolgenti, perchè nei suoi libri ci mette tutta se stessa...che sia questa la vera chiave per creare il romanzo perfetto?