giovedì 31 gennaio 2019

Recensione: Il ragazzo della porta accanto di Alex Dahl


Casa Editrice: Newton Compton Editore
Genere: Narrativa
Pubblicazione: 17 gennaio 2019
Pagine: 328
Voto:

Cecilia Wilborg vive insieme al marito affettuoso e alle due bellissime figlie nella cittadina norvegese di Sandefjord. Sa bene che deve stare molto attenta, perché un errore commesso in passato potrebbe mandare in frantumi in un solo istante la sua esistenza così serena. Annika Lucasson si arrangia come può. La vita per lei è tutt’altro che tranquilla: il compagno è uno spacciatore e un uomo violento. Annika conosce il segreto di Cecilia e non dubita che una come lei sia disposta a fare qualunque cosa perché rimanga sepolto. Il mondo di Cecilia comincia a scricchiolare quando qualcuno dimentica di andare a prendere un bambino alla piscina locale. Cecilia si offre di riaccompagnarlo, ma quando arriva a casa sua quel che trova è un posto vuoto e abbandonato. Tobias è davvero un ragazzino fragile e innocente come appare? E perché la vita di Cecilia rischia di scontrarsi pericolosamente con quella di Annika? 
Questo libro dalla trama mi ispirava moltissimo, invece si è rivelato una delusione!
Cecilia, la protagonista, è una donna veramente strana, talmente strana che risulta impossibile immedesimarcisi! Ha praticamente tutto ciò che si possa desiderare, una bella famiglia, un marito dolce e premuroso, due figlie adorabili, un bel lavoro, una casa bellissima in riva al mare, vive in una città tranquilla... eppure è una donna nervosa, isterica, che cova dentro di sé una grande ed inspiegata rabbia. L'incontro con un bambino apparentemente innocuo e innocente, sconvolgerà la sua vita, stravolgerà la fragile armonia famigliare e riporterà a galla vecchi ricordi e oscure angosce di un passato che ha fatto di tutto per dimenticare. 
E fin qui tutto bene... la trama è promettente, no?!


Il problema è lo stile del libro, non mi è proprio piaciuto. Ci sono tantissime parti veramente inutili che allungano una storia che di per sè poteva esser bella, seppure a mio parere un pò banale. E' tutto troppo dispersivo, lungo (terribilmente lungo!!)
Mi son ritrovata continuamente a pensare "Ok, ma allora succede qualcosa o no?". Infinite chiacchiere e pensieri, fiumi e fiumi di ricordi che però ai fini della storia sono inutili e appesantiscono tantissimo la lettura! Il finale poi è veramente deludente e prevedibile...



martedì 29 gennaio 2019

Martedì con Delitto: L'assassinio di Roger Ackroyd di Agatha Christie


Casa editrice: Mondadori
Genere: Giallo
Pubblicazione:  19 giugno 2017
Prima pubblicazione: 1926
Pagine: 236
Voto:


King's Abbot è un tipico paesino della campagna inglese dove non succede mai nulla di speciale. Un giorno però qualcosa accade: l'uomo più ricco del paese, Roger Ackroyd, viene inspiegabilmente assassinato proprio quando stava per leggere una lettera che avrebbe fatto luce su un misterioso suicidio. Non tutti però hanno da dolersi della morte dell'uomo, almeno così sembra credere un buffo straniero trasferitosi da poco nel villaggio per coltivare zucche. L'uomo, che non è altri che l'inegugliabile Poirot, riesce a scoprire che la realtà è ben diversa da quella che appariva e che tutti, anche le persone insospettabili, hanno qualcosa da nascondere.



Buongiorno lettori!! Continuiamo con le bellissime novità di quest’anno! Oggi il via ad un’altra rubrica: “Martedì con delitto”! Questa volta “l’occasione” è una reading challenge, organizzata in modo divino! Ogni mese s i dovrà leggere un libro della regina dei gialli Agatha Christie, scelto in base a linee guida molto chiare. Quindi che la #readchristie2019 abbia inizio!
Gennaio prevedeva un libro con protagonista Hercule Poirot! Sono stata molto indecisa sulla scelta, ma scartando le più ovvie ho optato per “L’assassinio di Roger Ackroyd”. Questo non è il primo libro che leggo della Christie, ma me ne avevano parlato in molti benissimo. Ero quindi partita con aspettative molto alte, ma un po’ me ne sono pentita – come puntualmente mi capita – il solito insomma.


Il libro è bello di per sé, ben scritto ovviamente, e il colpo di scena finale mi ha lasciato esterrefatta. Quello che mi è mancato però è stato il fulcro del libro, l’attenzione centrale, quella sensazione che ti cattura e ti tiene incollato alla storia fino all’ultima pagina. Vi basti sapere che mi sono addormentata parecchie volte leggendolo.


La Christie come sempre è bravissima ad ingannare il lettore fino all’ultima parola, pur lasciando “ovvi” indizi tra le pagine, questo però a parer mio non basta. Ho amato comunque i dettagli, l’assassino e la scoperta di questo, l’inventiva di uno stravagante Hercule Poirot ormai in pensione, tutto insomma… tranne la storia vera e propria. Una storia un pochino banale che non ha fatto da buona accompagnatrice.




Il narratore è il dottor Sheppard, amico della vittima che ne scopre l’assassinio. Forse non troppo un buon narratore, anche se meticoloso e preciso, troppo forse, ma di sicuro non si lascia sfuggire nulla. Non posso dire che il libro non mi sia piaciuto, ma di certo non mi ha estasiata e conquistata come altre storie della Christie. Sarà presto dimenticato.
Voi l’avete letto? Cosa ne pensate della mia scelta per questo mese?




lunedì 28 gennaio 2019

Recensione: La misura della felicità di Gabrielle Zevin

Casa Editrice: Editrice Nord
Genere: Rosa
Pubblicazione: Giugno 2014
Ore di ascolto: 5 ore e 41 minuti
Voto:


Dalla tragica morte della moglie, A.J. Fikry è diventato un uomo scontroso e irascibile, insofferente verso gli abitanti della piccola isola dove vive e stufo del suo lavoro di libraio. Disprezza i libri che vende (mentre quelli che non vende gli ricordano quanto il mondo stia cambiando in peggio) e ne ha fin sopra i capelli dei pochi clienti che gli sono rimasti, capaci solo di lamentarsi e di suggerirgli di "abbassare i prezzi". Una sera, però, tutto cambia: rientrando in libreria, A.J. trova una bambina che gironzola nel reparto dedicato all'infanzia; ha in mano un biglietto, scritto dalla madre: "Questa è Maya. Ha due anni. È molto intelligente ed è eccezionalmente loquace per la sua età. Voglio che diventi una lettrice e che cresca in mezzo ai libri. Io non posso più occuparmi di lei. Sono disperata." Seppur riluttante (e spiazzando tutti i suoi conoscenti), A.J. decide di adottarla, lasciando così che quella bambina gli sconvolga l'esistenza. Perché Maya è animata da un'insaziabile curiosità e da un'attrazione istintiva per i libri - per il loro odore, per le copertine vivaci, per quell'affascinante mosaico di parole che riempie le pagine - e, grazie a lei, A.J. non solo scoprirà la gioia di essere padre, ma riassaporerà anche il piacere di essere un libraio, trovando infine il coraggio di aprirsi a un nuovo, inatteso amore...

Buongiorno lettori,
Oggi vi portiamo una nuova rubrica, dedicata a un tipo di libri particolari.. gli audiolibri. Ho notato che anche se solitamente non leggo romanzi rosa, quando devo scegliere un audiolibro finisco sempre nella sezione a loro dedicata. Forse sarà che leggere le storie d’amore non mi entusiasma, mentre guardarle nei film o ascoltarle libri mi piace parecchio.
Il romanzo di cui vi parlo oggi, mi attirata fin da subito per il titolo, anche la copertina molto semplice e poi la trama.  Questo libro l’ho divorato. Non è un libro perfetto, ma mi ha coinvolto ed emozionato molto.
Il romanzo inizia con A.J, un protagonista scontroso, con problemi di alcolismo, che non ha più fiducia in se stesso e negli altri. A.J è diventato così dopo l’incidente in cui è morta sua moglie, l’unica persona che riuscisse a far uscire il lato più divertente di lui.
Una sera dopo essersi scolato una bottiglia di vino, A.J tira fuori una copia del “tamerlain” un libro molto raro e di enorme valore. La mattina seguente al suo risveglio scopre che il libro è stato rubato! Si recherà dalla polizia dove rincontrerà Lambiase, un poliziotto di cui aveva già fatto conoscenza. Una sera dopo la sua corsa serale rientra in libreria per recarsi nell’appartamento di sopra e trova una bimba di 2 anni. Vicino a lei un biglietto. A.J, che non ha mai avuto a che fare con bambini così piccoli, non sa esattamente come comportarsi. Il giorno dopo si reca alla polizia, dove rincontra Lambiase, e spiega a lui la situazione. La soluzione più ovvia sarebbe tenere la bambina in commissariato per due giorni ma A.J. decide di portarla a casa con se. E da li nascerà un rapporto intenso tra i due. A.J. deciderà di adottare Maya che crescerà insieme a lui.
Ho amato questo libro, nonostante alcuni cliché. L’amore per i libri si percepisci fin da subito, è intenso, profondo e infinito. L’amore tra padre e figlia descritto con semplicità e grazia. Ci sono poi varie storie a fare da contorno a quella principale.

 La prima è proprio la storia d’amore tra A.J e la sua rappresentante Amelia. Lei vive lontana ma è la rappresentante di una casa editrice e il  loro primo incontro è molto “scontroso” Invece dopo parecchi anni nascerà una storia d’amore molto tenera. Non ho amato le sfaccettature un po' da “Soap opera” che troviamo nella loro storia, solo per allungare un pochino l’attesa del lettore, ma per il resto è descritta in modo molto razionale.
Con Lambiase nascerà una bellissima amicizia, che si intreccerà sempre con la vita di Maya ed A.J. tanto che il poliziotto diventerà il padrino di Maya. L’amicizia tra Lambiase e A.J all’inizio non mi convinceva per nulla. Il solito poliziotto, ogni volta che il protagonista ha bisogno.. davvero banale. Invece è stata sviluppata in buona maniera, soprattutto per il rapporto che si instaurerà tra la bambina e il poliziotto.

Una cosa forse a sfavore del libro è l’arco temporale. Nonostante sia tutto ben spiegato nell’arco della narrazione passano almeno 15 anni. Quindi alcune decisioni paiono affrettate. Avrei preferito molte meno informazioni e avvenimenti ma più ravvicinati nel tempo.
Per il resto penso che sia un ottimo romanzo, che trasuda emozione e passione per i libri. Ecco forse i protagonisti di questo libro sono proprio i libri e l’amore che ci lega ad essi, e tutto il resto è solo contorno. 

sabato 26 gennaio 2019

Recensione: Cleopatra la regina che sfidò Roma e conquistò l'eternità


Casa Editrice: Harper Collins Italia
Genere: Storico - Biografia
Pubblicazione: 27 novembre 2018  
Pagine: 480
Voto:

Il mondo di oggi non sarebbe lo stesso senza Cleopatra, una sovrana colta, intelligente e dotata di una straordinaria abilità sia sul tavolo delle trattative che nelle guerre. Una donna di potere incredibilmente moderna per il passato e allo stesso tempo capace di provare grandi passioni amorose. Ma chi era veramente l'ultima regina d'Egitto? Lei, infatti, è nell'immaginario di tutti, però la sua figura storica è ancora in parte poco conosciuta e non priva di aspetti enigmatici a causa dei pochi dati certi che la riguardano. Alberto Angela ha deciso di ricostruire la vita e le abilissime mosse sullo scacchiere internazionale, ma anche gli amori e le passioni della regina che in un certo senso ha conquistato Roma, rintracciando le fonti storiche e consultando gli studi moderni, e accompagnandoci per mano tra le caotiche strade della capitale del mondo antico, sulle banchine dell'esotico porto di Alessandria d'Egitto e sui sanguinosi campi di battaglia, alla scoperta di persone, storie, usi e costumi. Alberto Angela è in grado di farci rivivere in prima persona il periodo che ha segnato un cambio epocale nella storia romana, dal racconto minuto per minuto dell'uccisione di Giulio Cesare che decreta la fine della Repubblica alla morte di Antonio e Cleopatra (la cui tomba non è ancora stata ritrovata!) fino alla nascita dell'Impero con Augusto al potere. "Cleopatra. La regina che sfidò Roma e conquistò l'eternità" è un viaggio nel tempo tra Occidente e Oriente, per riscoprire con uno sguardo nuovo una donna carismatica e intelligente e un periodo storico affascinante e convulso, ricco di contraddizioni, intrighi, passioni e guerre che hanno segnato il nostro presente e contribuito a rendere il mondo il luogo che oggi tutti noi conosciamo.
Cleopatra, donna minuta, sola contro un mondo fatto di uomini potenti e intrighi politici, riuscirà a portare l’Egitto alal grandezza e a garantirsi un più che meritato posto tra le figure più importanti della storia. Ne conoscerete un lato inedito, sentirete i suoi pensieri, le sue paure, le ambizioni e le strategie politiche.
Quello che viene descritto non è solo il ritratto della donna dietro alla leggenda, ma viene svelato il volto di un’intera città, un’intera società, nella sua quotidianità.
Le descrizioni sono così vivide e reali che è veramente facile immedesimarsi in questo libro, quasi fosse un film! Visiterete i bellissimi giardini delle residenze romane, navigherete sul Nilo, assisterete a epiche battaglie navali, parteciperete e complotti e intrighi… Questo libro non racconta semplicemente uno storia ma è un viaggio tra i pensieri, la quotidianità, i sogni e le paure degli abitanti di Roma in questa fase storica così bella ed affascinante. Le figure mitiche di cui avete sempre sentito parlare nei libri di storia, da Cleopatra a Cesare, da Marco Antonio a Ottaviano, assumeranno tratti meno mitologici, ma non per questo meno affascinanti, diventeranno persone reali e concrete, che daranno veri volti e sensazioni nuove alle loro storie. Le parole di questo libro riecheggiano nella testa immancabilmente con la voce di Alberto Angela, anzi proporrei di creare un audiolibro letto dall’autore stesso!! Unico difetto, il libro sembra molto più lungo di quello che è, forse perché ha una grande ricchezza di dettagli e perché resta una lettura impegnativa.


venerdì 25 gennaio 2019

Parole in Giacca e Cravatta: Lo strano caso del Dr. Jekyll e Mr. Hyde - Robert L. Stevenson




Casa editrice: Newton Compton
Genere: classico
Pubblicazione: 23 giugno 2016
Prima pubblicazione: 1886
Pagine: 214
Voto:

Entrato ormai a far parte dell’iconografia popolare, Lo strano caso del Dr. Jekyll e Mr. Hyde, oltre a essere una esplicita metafora della eterna lotta tra il bene e il male, è soprattutto un attacco che Stevenson ha voluto sferrare contro la repressiva e puritana letteratura inglese del periodo vittoriano. Ma ben più profonda è la volontà di indagine psicologica dell’autore, che ha concepito l’onesto e “positivo” Jekyll come un uomo fragile, incerto, drammaticamente lacerato tra impulsi contrastanti, costretto a celare quegli istinti che il crudele e vizioso Hyde soddisfa senza freni né dubbi. Il famoso romanzo di Stevenson è seguito da Il ladro di cadaveriJanet la stortaI Merry MenOlalla: l’arte straordinaria dell’autore rende anche questi racconti dei piccoli capolavori.



Buongiorno carissimi lettori! Oggi sono qui per dare il via ad una nuova rubrica che spero possa interessarvi e avvicinarvi al mondo dei classici. “Parole in giacca e cravatta” nasce dall’idea di un mega gruppo di lettura che durerà tutto il 2019, nel quale si leggeranno e discuteranno diversi classici.


Questa fantastica avventura non poteva partire in modo migliore. Lo strano caso del Dottor Jeckyll e Mr. Hyde è stato un ottima iniziazione per me. Ovviamente non sapevo cosa aspettarmi da questa lettura, non avendo praticamente mai letto classici – nemmeno a scuola – ma sono soddisfatta.
Se avessi affrontato questo libro in solitaria e non con un gruppo di lettura, probabilmente sarei riuscita a cogliere molte meno sfumature di quelle che invece mi sono portata a casa. 


Questo è un classico attuale, che non passa mai di moda. Tratta un tema ancora oggi molto discusso, ma che emerge solo nella parte finale  insieme a Jeckyll, e Stevenson lo fa in modo teatrale, distraendo il lettore con la scusa di scoprire il mistero del dottore. L’aspetto che ho amato di più è stata senza dubbio l’atmosfera, quel senso di giusto/sbagliato che scaturisce non solo dalle ambientazioni e avvenimenti, ma soprattutto dalle descrizioni che l’autore utilizza per raccontarci i luoghi e i suoi personaggi. 


La storia del dottor Jeckyll inizialmente ci viene raccontata dall’avvocato Utterson, suo amico di vecchia data, il quale guida il lettore attraverso i capitoli, tenendogli quasi la mano. Il suo è un personaggio molto interessante e sicuramente dominante, che come qualcuno ha suggerito durante la discussione del gdl, potrebbe quasi rappresentare il lettore e il suo punto di vista. Per questo nel finale scompare – facendo sentire la sua mancanza – per lasciare posto al dottore stesso, per permettere a noi lettori di tirare le somme e trarne le conseguenze.
Questa parte è stata sicuramente la migliore, molte sono state le sensazioni scaturite dalle parole di Jeckyll, urgenti e disperate, in un tentativo di spiegazione e forse nascosta commiserazione.
È un racconto abbastanza breve – non sono 214 le pagine effettive, ma un centinaio – che non porta via molto tempo, per questo lo consiglio a tutti quelli che hanno voglia di approcciarsi a questo genere ma non sanno da dove partire.




martedì 22 gennaio 2019

Recensione: Morte di uno scrittore di Hakan Nesser


Casa Editrice: Guanda Editore
Genere: Thriller
Pubblicazione: 1996
Pagine: 201
Voto:

David Moerk è un traduttore che vive una vita solitaria dopo la scomparsa della moglie in circostanze misteriose e ha appena ricevuto l’incarico di tradurre l’ultimo romanzo – inedito – di un celebre scrittore, Germund Rein. Ma nel frattempo Rein è morto e non può più spiegare perché pretende che quella sua opera non venga pubblicata in lingua originale e, soprattutto, perché si debba mantenere il massimo riserbo al riguardo. Dopo le prime indagini, le circostanze portano tutti a pensare che l’uomo si sia suicidato... Traducendo quell’ultimo, enigmatico lavoro, Moerk si convince tuttavia che Rein sia stato ucciso da qualcuno a lui molto vicino. Determinato a capire cosa nascondano realmente la scomparsa della moglie e quella dell’autore, Moerk scoprirà molto presto che il contenuto di quel libro è destinato a stravolgere per sempre più di una vita. La sua, per prima.

Buongiorno lettori, oggi vi parlo del primo libro letto nel 2019, e parto subito con una delusione! Quando ho letto la trama del libro mi ispirava molto, sembra un thriller ricco di suspence ... e invece si è rivelata una storia molto molto piatta.
Il libro ci racconta la storia di David un traduttore che ha ricevuto un incarico molto importante, tradurre un romanzo di una persona appena morta. Rein,  un noto scrittore, sembra sia morto per suicidio e ha lasciato detto che il suo ultimo romanzo doveva essere tradotto da David e non doveva assolutamente essere pubblicato in lingua. Nel frattempo, David approfitterà di quest’occasione per cercare la sua consorte scomparsa anni prima. Durante la lettura del libro ho riscontrato molto fatica sia per i cognomi sia per i nomi delle città. Impronunciabili! Oltre tutto veniamo catapultati da un punto all’altro, tra passato e presente e molte volte facevo fatica a capire dove, e in che tempo, mi trovavo.
Come si può facilmente intuire Rein non è morto suicida e ci sarà un lieve, ma veramente lieve, alone di mistero intorno alla sua morte. Assassini prevedibili e molto scontati. Inoltre, io credevo, anzi speravo, che la vicenda della scomparsa avvenuta anni prima di Ewa, moglie di David, fosse collegata a quella di Rein. Invece anche qui ennesima delusione.
Per quasi tutto il libro il protagonista non fa altro che tradurre il romanzo e ubriacarsi. L’ho trova di un piattume e di uno squallore senza paragoni. La vicenda su Ewa non è affatto chiara. Si capisce che lei aveva un amante e che lui ne fosse al corrente, per il resto l’ho trovato molto confusionario.
Di questo autore ne avevo sentito parlare molto bene, invece ne sono rimasta estremante delusa! Spero che sia solo un caso, e magari più avanti posso ridare uno possibilità a questo scrittore. 

lunedì 21 gennaio 2019

Recensione: La scacchiera di Auschwitz di John Donoghue


Casa Editrice: Giunti Editore
Genere: Narrativa
Pubblicazione: 28 ottobre 2015  
Pagine: 340
Voto:

L'SS Paul Meissner è trasferito ad Auschwitz dal fronte russo. Una ferita a una gamba lo costringe a occuparsi dell'amministrazione dei reparti SS e dell'efficienza dei campi di concentramento. In particolare, dalle altissime gerarchie del Reich è appena arrivato l'ordine di innalzare il morale delle guardie attraverso attività ludiche ma anche edificanti. Meissner decide così di fondare un club degli scacchi dove le guardie possano sfidarsi; presto però viene a sapere che anche i prigionieri giocano di nascosto e nella fattispecie circolano voci su un ebreo francese, un certo Emil Clément chiamato ''l'orologiaio'', che pare sia davvero imbattibile. Meissner lo incontra e tra i due nasce un rapporto strano che culmina con la sfida più pericolosa e angosciante di sempre: giocare contro le SS mentre in palio c'è la vita o la morte di altri prigionieri.
Vent'anni dopo, Emil Clément, ormai scrittore di successo, incontra per caso Meissner ad Amsterdam. Emil preferirebbe non aver nulla a che fare con lui ma Meissner insiste. Che cosa vuole ancora da lui?
Ho trovato questo libro molto bello, soprattutto dal punto di vista storico.
È strutturato molto bene, c’è una continua alternanza tra ciò che è accaduto negli anni 44 e 45 e il presente, ambientato negli anni 60. La storia viene svelata a poco a poco, aggiungendo i vari tasselli.
La trama in sé mi ha lasciata un po’ perplessa, questa cosa dei nazisti “buoni” la rende una storia troppo di fantasia, a mio parere, più difficile da assimilare perché a tratti è davvero inverosimile.
Diciamo che il libro è bello ed originale, ma se la trama avesse preso una piega un po’ diversa, più credibile e plausibile, avrebbe dato spunti di riflessione più profondi.
I temi trattati sono comunque profondi e importanti, il che è una cosa che ho sicuramente apprezzato!
Avrei alleggerito un po’ più lo stile, che a tratti è troppo particolareggiato e risulta essere dispersivo rispetto alla storia principale. In questo modo il libro sarebbe stato un po’ più leggero e scorrevole, indipendentemente dai temi trattati.