giovedì 18 novembre 2021

Dita Kraus La libraia di Auschwitz



Casa editrice: Newton Compton Editori

Genere: Storia, biografia

Pagine: 416

Pubblicazione: Gennaio 2021


A soli tredici anni Dita viene deportata ad Auschwitz insieme alla madre e rinchiusa nel settore denominato Campo per famiglie (tenuto in piedi dalle SS per dimostrare al resto del mondo che quello non fosse un campo di sterminio): quello che conteneva il Blocco 31, supervisionato dal famigerato "Angelo della morte", il dottor Mengele. Qui Dita accetta di prendersi cura di alcuni libri contrabbandati dai prigionieri. Si tratta di un incarico pericoloso, perché gli aguzzini delle SS non esiterebbero a punirla duramente, una volta scoperta. Dita descrive con parole di una straordinaria forza e senza mezzi termini le condizioni dei campi di concentramento, i soprusi, la paura e le prevaricazioni a cui erano sottoposti tutti i giorni gli internati. Racconta di come decise di diventare la custode di pochi preziosissimi libri: uno straordinario simbolo di speranza, nel momento più buio dell'umanità. Bellissime e commoventi, infine, le pagine sulla liberazione dei campi e del suo incontro casuale con Otto B Kraus, divenuto suo marito dopo la guerra. Parte della storia di Dita è stata raccontata in forma romanzata nel bestseller internazionale "La biblioteca più piccola del mondo", di Antonio Iturbe, ma finalmente possiamo conoscerla per intero, dalla sua vera voce. 








 Buongiorno lettori, oggi vi parlo di una lettura interessante, ma un pò pesante da leggere, la libraia di Auschwitz. 

Parto subito con la doverosa premessa di ricordare che questa è una biografia e non un romanzo. Dita è tuttora  in vita e ha scritto queste pagine come testimonianza di ciò che ha vissuto. 

Il libro si divide in tre parti; Prima parte dal 1929 al 1942(prima della guerra), Seconda parte dal 1942 al 1945( durante la guerra) Terza parte dal 1945 al XXI secolo( il dopo guerra). 

Ammetto che dal titolo mi aspettavo un libro incentrato quasi interamente sulla guerra e sui campi di concentramento, invece non è così, ma le emozioni non mancano.  


Dita ci racconta la sua vita partendo dalla sua infanzia, arrivando quasi subito all'inizio della dittatura nazzista, i primi cambiamneti che gli ebrei hanno notato, gli sfratti dalle case, doversi vedere togliere tutto quello che si è costruito in una vita intera. 

All’età di soli tredici anni Dita, insieme alla madre e il padre vengono caricati su un treno, stipato di gente, e deportati in un posto che conosceranno in seguito, Terezin. Dopo qualche mese furono deportati ad Auschwitz, dove il padre di morì. 

Le pagine che raccontano dei tempi nei campi non sono tantissime, ma sono molto dense di emozioni. 

Ci viene raccontato come a queste persone è stata tolta la dignità, il pudore. Vedere le altre persone morire lentamente di fame e semplicemente sperare di non essere il prossimo. 

I capitoli riguardanti Dita come “libraia” sono pochi e passano velocemente, ma si capisce molto bene il terrone e la paura provati. 

Abbiamo invece molto dedicato al dopoguerra. Dopo l’arrivo degli americani i sopravvissuti hanno dovuto ancora sopportare giorni difficili, in quanto venivano tenuti in quarantena per evitare il diffondersi di malattie infettive. 

Dopo questi periodi Dita racconta la lenta ripresa che c’è stata nella sua vita. Passo dopo passo è riuscita a costruirsi una vita nuova, cercando di dimenticare l’orrore provato nei Capi. 


Non vi svelo molto, perchè è interessante scoprire il suo percorso passo dopo passo. Una cosa che mi ha stupito molto, è stato il valore delle sigarette. Possedere delle sigarette per loro era come possedere oro. Le sigarette venivano usate per comprare le cose, in primis il cibo. Durante la guerra e nel successivo erano diventate merce rara, e quindi oggetti di facile corruzione. 


Personalmente dal titolo mi aspettavo meno del prima e dopo e più racconti sulla guerra, mentre è stato il contrario. Ammetto che ad un certo punto la terza parte diventa un pò noiosa, ma c’è sempre la curiosità di capire come una donna che ha passato l’inferno riesca a riprendersi e vivere una vita normale. 

Questo libro ve lo consiglio se siete appassionati del genere, e avverto chi fosse incuriosito che ci sono passaggi molto forti, che raccontano una pagina della nostra storia che non si deve ripetere mai più!



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