Casa editrice: Newton Compton
Genere: classico
Prima pubblicazione: 1814
Pubblicazione casa editrice: 17 marzo 2013
Pagine: 384
Voto:
Mansfield Park, uno dei romanzi più noti e discussi di Jane Austen,
narra la storia di Fanny Price. Adottata, ancora bambina, dagli zii Sir Thomas
e Lady Bertram, Fanny viene accolta e allevata nella loro lussuosa proprietà di
Mansfield Park. Qui cresce, parente povera in un ambiente d’élite, e misura
tutta la distanza fra il proprio modello educativo – fondato sul senso del
dovere, l’abnegazione, la virtù – e quello, in particolare, della spregiudicata
Mary Crawford. Alla fine la protagonista sposerà il cugino Edmund, figlio di
Sir Thomas, e con lui si stabilirà definitivamente a Mansfield Park. Al di là
dell’apparente trionfo della morale tradizionale, la narrazione contiene
un’implicita e corrosiva critica della cultura dominante del primo Ottocento:
Fanny – suggerisce l’autrice – realizza, infatti, l’ascesa sociale al prezzo
della negazione della propria libertà e spontaneità. Mansfield Park ha
il suo vero centro nel tema scottante dell’educazione femminile e dimostra
tutta la modernità di Jane Austen, le cui opere, non a caso, conoscono oggi uno
straordinario e duraturo successo, coronato anche da fortunate trasposizioni
cinematografiche.
Buongiorno lettori! La mia avventura con i classici
prosegue – quasi – a gonfie vele, e questo mese vi parlo di Mansfield Park!
Libro forse tra i meno conosciuti di Jane Austen che ci ha fatto molto
discutere!! Per quanto mi riguarda si è trattato del primo libro di questa
autrice, e ovviamente la solita sfortuna, ne è uscito fuori essere più o meno
il peggiore tra tutti i suoi scritti. Ottimo insomma per me, che già di mio ho
tendenze a bocciare i “capolavori”.
Grazie a questo libro credo non toccherò altro di Jane
Austen per almeno 3 anni – uno per ogni tappa – nonostante i consigli di tutti
a non fermarmi qui. Avete presente la noia? Ecco è sinonimo di Mansfield Park.
Tralasciamo la trama, che può essere o no nelle corde del lettore – ovviamente
non è stata nelle mie – ma mi aspettavo almeno di trovarci un qualcosa. Ironia,
freschezza, modernità, tutte caratteristiche con cui questa autrice mi è sempre
stata descritta. E invece nulla. Nessuno di questi elementi che potesse almeno
farmi apprezzare il suo stile.
I personaggi poi non hanno di certo aiutato a rendere il
ritmo più scorrevole e incalzante, anzi...mi hanno fatta addormentare. Tutto
molto lineare, scontato e banale. La protagonista, Fanny, non l’ho apprezzata
particolarmente, timidezza e ansia di piacere a tutti sono le sue più grandi
caratteristiche. Le famose eroine di Jane Austen? Scordatevele! Qui troverete
solo un’ameba imbalsamata. Per tutto il libro rimarrà ferma sui suoi ideali,
questo è vero, ma non farà assolutamente nulla per dare un po’ di brio alla
storia. Vittima degli avvenimenti.
Non vi sono derisioni alla società vittoriana da parte di
nessuno – e se presenti ben celate – altra indole per cui è famosa la Austen.
Tutti i personaggi sono posti sullo stesso piano, fanno parte dello stesso
stato sociale, differenziandosi forse solo per la diversa istruzione ricevuta.
Per il resto sinceramente non ho molto da dirvi, quando
un romanzo così ti delude profondamente e non ti lascia nessuna nota positiva,
non c’è molto da dire. Nemmeno Nabokov con la sua lezione è riuscito a
risollevarmi il morale, si vede che si è annoiato anche lui leggendo questo
libro! Ne fa praticamente un lungo riassunto, buttando qua e là qualche spunto,
e affermando sempre i suoi forti ideali. Ma per il resto nulla che mi facesse
apprezzare maggiormente il romanzo e la sua autrice.
Posso aggiungere che questo storia è stata paragonata da
Nabokov – ma anche da noi partecipanti al gruppo di lettura – a Cenerentola.
Paragone molto azzeccato a mio parere, sia nei personaggi che nello
svolgimento. Insomma da piccola odiavo Cenerentola, quindi non potevo non
“odiare” anche Mansfield Park.
E voi l’avete letto? Mi consigliate di dare un’altra
opportunità a questa autrice?
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