Casa
editrice: Bompiani
Genere:
Thriller
Pubblicazione:
21 maggio 2015
Estate
1975. Nola Kellergan, una ragazzina di 15 anni, scompare misteriosamente nella
tranquilla cittadina di Aurora, New Hampshire. Le ricerche della polizia non
danno alcun esito. Primavera 2008, New York. Marcus Goldman, giovane scrittore
di successo, sta vivendo uno dei rischi del suo mestiere: è bloccato, non
riesce a scrivere una sola riga del romanzo che da lì a poco dovrebbe
consegnare al suo editore. Ma qualcosa di imprevisto accade nella sua vita: il
suo amico e professore universitario Harry Quebert, uno degli scrittori più
stimati d'America, viene accusato di avere ucciso la giovane Nola Kellergan. Il
cadavere della ragazza viene infatti ritrovato nel giardino della villa dello
scrittore, a Goose Cove, poco fuori Aurora, sulle rive dell'oceano. Convinto
dell'innocenza di Harry Quebert, Marcus Goldman abbandona tutto e va nel New
Hampshire per condurre la sua personale inchiesta. Marcus, dopo oltre
trent'anni deve dare risposta a una domanda: chi ha ucciso Nola Kellergan? E,
naturalmente, deve scrivere un romanzo di grande successo.
“La
verità sul caso Harry Quebert”, un sogno di una vita andato in frantumi. Perché
vi dico questo cari lettori? Beh perché, come spesso mi capita, aspettavo di
leggere questo libro da anni, e il risultato è stato solamente tanta fatica e
sudore, con due mesi di vita sprecati - sospiro di sollievo. È anche vero che
probabilmente ci avrei messo meno se non l’avessi letto in un gruppo di
lettura, ma ammetto di averlo usato come scusante per iniziare questo mattone
che tanto mi spaventava. E per una volta le mie paure erano più che fondate.
Mi è
stato presentato come un grande thriller, un libro da tutti acclamato, tanto da
trarne una serie televisiva, da poco uscita su sky. Io invece di thriller ci ho
visto ben poco. Quasi 800 pagine...pagine utili e sostanziose? Forse 100 … e
questo per me è stato il problema principale di questa lettura, ma non l’unico.
Non tanto la lunghezza – che di solito amo – ma più che altro la sua
prolissità. Molti fatti raccontati sono stati per me inutili, tanto da sembrare
inseriti apposta per allungare il brodo.
Nota
di merito sicuramente va fatta all’intreccio della struttura, peccato per la
narrazione. La struttura appunto è stata ben studiata dall’autore, che alterna
a flashback del passato – sulla vita del Harry Quebert e la povera Nola -
avvenimenti nel presente, con il protagonista, lo scrittore non che amico di
HQ, Marcus. Quest’ultimo sta indagando - che poi mi domando con che merito?
Mica è un poliziotto - sulle accuse che vedono Harry come l’artefice
dell’omicidio della quindicenne Nola, avvenuto trent’anni prima.
Devo
anche ammettere che molti avvenimenti narrati che li per li mi sembravano
inutili, alla fine non servivano altro se non rafforzare la tesi e i fatti che
si ritroveranno nelle ultime pagine. Potevano essere presentati in modo
diverso? Assolutamente si. Per vari motivi e sotto tanti aspetti. Ma alla fine
comunque tutti i pezzi combaciano, alla perfezione devo dire, anche se comunque
poco verosimilmente. Inoltre molte parti le ho trovate estremamente ripetitive,
cosa forse accentuata dalle “tappe” del gruppo di lettura, che bloccavano lo
scorrere delle pagine e spingevano ad una più attenta riflessione. È stato
infatti notato che chi non ha rispettato le tappe è ha portato subito a termine
la lettura in pochi giorni non ha riscontrato le stesse difficoltà, ma anzi
l’ha amato immensamente.
Altro
punto molto debole del libro sono i dialoghi, scarsi, deboli, e anche questi
ripetitivi. Ma soprattutto poco credibili. La storia d’amore presente
all’interno del libro – non dico tra chi perché vorrei evitarvi spoiler – è
costruita veramente in modo grezzo, e basata su cose ridicole soprattutto visto
l’età dei suoi “protagonisti”. Tutto quello che di più banale non poteva
esserci, con tanto di “ti amo” annessi. Follia per me, che già non amo
particolarmente le storie d’amore.
Il
caso HQ sarebbe stato chiuso mille anni prima se solo tutti avessero detto la
loro verità subito – esonero giusto l’assassino dai – invece no, a Marcus tocca
improvvisarsi detective cercando di strappare qualche informazione utile da
tutti gli abitanti della cittadina di Aurora. Dove anche la più piccola delle
cose viene nascosta rendendo tutti papabili assassini. Povero Marcus, gli tocca
farsi anche delle belle figure di c*🙊 , per un colpo di scena che mi ha
sconvolto e allo stesso tempo fatto morire dal ridere. Non volevo crederci!! Il
colpo di scena ci stava anche, ma è stato il modo in cui l’autore ha scelto di rivelarlo
che mi ha fatto cadere le braccia e venire il latte alle ginocchia!
Non
mi ha entusiasmato del tutto il finale, e tanto meno l’assassino.. la mia
reazione è stata 😲 en beh? Tutte queste pagine per..questo?! Davvero? 😱😰
Le
note positive sicuramente ci sono state, vedi gli artefatti all’inizio di ogni
capitolo, con “lezioni di vita” che Harry Quebert impartisce a Marcus - molte
frasi da sottolineare, anzi forse fin troppe – ma il resto mi ha solo irritata
notevolmente.
Essendo
un libro amato molto dal pubblico non mi sento di sconsigliarvelo a prescindere,
ecco forse consiglio una lettura fatta tutta d’un fiato senza troppi pensieri.
Se invece l’avete già letto fatemi sapere se a voi è piaciuto.
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