mercoledì 3 aprile 2019

Recensione: La verità sul caso Harry Quebert di Joel Diker


Casa editrice: Bompiani
Genere: Thriller
Pubblicazione: 21 maggio 2015
Pagine: 779
Voto: 
Estate 1975. Nola Kellergan, una ragazzina di 15 anni, scompare misteriosamente nella tranquilla cittadina di Aurora, New Hampshire. Le ricerche della polizia non danno alcun esito. Primavera 2008, New York. Marcus Goldman, giovane scrittore di successo, sta vivendo uno dei rischi del suo mestiere: è bloccato, non riesce a scrivere una sola riga del romanzo che da lì a poco dovrebbe consegnare al suo editore. Ma qualcosa di imprevisto accade nella sua vita: il suo amico e professore universitario Harry Quebert, uno degli scrittori più stimati d'America, viene accusato di avere ucciso la giovane Nola Kellergan. Il cadavere della ragazza viene infatti ritrovato nel giardino della villa dello scrittore, a Goose Cove, poco fuori Aurora, sulle rive dell'oceano. Convinto dell'innocenza di Harry Quebert, Marcus Goldman abbandona tutto e va nel New Hampshire per condurre la sua personale inchiesta. Marcus, dopo oltre trent'anni deve dare risposta a una domanda: chi ha ucciso Nola Kellergan? E, naturalmente, deve scrivere un romanzo di grande successo.


“La verità sul caso Harry Quebert”, un sogno di una vita andato in frantumi. Perché vi dico questo cari lettori? Beh perché, come spesso mi capita, aspettavo di leggere questo libro da anni, e il risultato è stato solamente tanta fatica e sudore, con due mesi di vita sprecati - sospiro di sollievo. È anche vero che probabilmente ci avrei messo meno se non l’avessi letto in un gruppo di lettura, ma ammetto di averlo usato come scusante per iniziare questo mattone che tanto mi spaventava. E per una volta le mie paure erano più che fondate.


Mi è stato presentato come un grande thriller, un libro da tutti acclamato, tanto da trarne una serie televisiva, da poco uscita su sky. Io invece di thriller ci ho visto ben poco. Quasi 800 pagine...pagine utili e sostanziose? Forse 100 … e questo per me è stato il problema principale di questa lettura, ma non l’unico. Non tanto la lunghezza – che di solito amo – ma più che altro la sua prolissità. Molti fatti raccontati sono stati per me inutili, tanto da sembrare inseriti apposta per allungare il brodo.


Nota di merito sicuramente va fatta all’intreccio della struttura, peccato per la narrazione. La struttura appunto è stata ben studiata dall’autore, che alterna a flashback del passato – sulla vita del Harry Quebert e la povera Nola - avvenimenti nel presente, con il protagonista, lo scrittore non che amico di HQ, Marcus. Quest’ultimo sta indagando - che poi mi domando con che merito? Mica è un poliziotto - sulle accuse che vedono Harry come l’artefice dell’omicidio della quindicenne Nola, avvenuto trent’anni prima.


Devo anche ammettere che molti avvenimenti narrati che li per li mi sembravano inutili, alla fine non servivano altro se non rafforzare la tesi e i fatti che si ritroveranno nelle ultime pagine. Potevano essere presentati in modo diverso? Assolutamente si. Per vari motivi e sotto tanti aspetti. Ma alla fine comunque tutti i pezzi combaciano, alla perfezione devo dire, anche se comunque poco verosimilmente. Inoltre molte parti le ho trovate estremamente ripetitive, cosa forse accentuata dalle “tappe” del gruppo di lettura, che bloccavano lo scorrere delle pagine e spingevano ad una più attenta riflessione. È stato infatti notato che chi non ha rispettato le tappe è ha portato subito a termine la lettura in pochi giorni non ha riscontrato le stesse difficoltà, ma anzi l’ha amato immensamente.


Altro punto molto debole del libro sono i dialoghi, scarsi, deboli, e anche questi ripetitivi. Ma soprattutto poco credibili. La storia d’amore presente all’interno del libro – non dico tra chi perché vorrei evitarvi spoiler – è costruita veramente in modo grezzo, e basata su cose ridicole soprattutto visto l’età dei suoi “protagonisti”. Tutto quello che di più banale non poteva esserci, con tanto di “ti amo” annessi. Follia per me, che già non amo particolarmente le storie d’amore.


Il caso HQ sarebbe stato chiuso mille anni prima se solo tutti avessero detto la loro verità subito – esonero giusto l’assassino dai – invece no, a Marcus tocca improvvisarsi detective cercando di strappare qualche informazione utile da tutti gli abitanti della cittadina di Aurora. Dove anche la più piccola delle cose viene nascosta rendendo tutti papabili assassini. Povero Marcus, gli tocca farsi anche delle belle figure di c*🙊 , per un colpo di scena che mi ha sconvolto e allo stesso tempo fatto morire dal ridere. Non volevo crederci!! Il colpo di scena ci stava anche, ma è stato il modo in cui l’autore ha scelto di rivelarlo che mi ha fatto cadere le braccia e venire il latte alle ginocchia!


Non mi ha entusiasmato del tutto il finale, e tanto meno l’assassino.. la mia reazione è stata 😲 en beh? Tutte queste pagine per..questo?! Davvero? 😱😰
Le note positive sicuramente ci sono state, vedi gli artefatti all’inizio di ogni capitolo, con “lezioni di vita” che Harry Quebert impartisce a Marcus - molte frasi da sottolineare, anzi forse fin troppe – ma il resto mi ha solo irritata notevolmente.


Essendo un libro amato molto dal pubblico non mi sento di sconsigliarvelo a prescindere, ecco forse consiglio una lettura fatta tutta d’un fiato senza troppi pensieri. Se invece l’avete già letto fatemi sapere se a voi è piaciuto.


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