Casa
editrice: Mondadori
Genere:
Giallo
Pubblicazione:
1 edizione settembre 1982
Pagine:
145
Buongiorno
lettori, oggi partecipo pure io alla rubrica del Martedì con delitto, per
parlavi di uno dei più famosi romanzi della Christie, vale a dire trappola per
topi.
Ho
letto questo libro durante la Red-a-thon che ho affrontato nel periodo di
Pasqua. Devo dire la verità fin che non ho aperto il libro non sapevo che si
trattasse di una commedia teatrale. Con il termine commedia si va ad indicare
un tipo di spettacolo teatrale molto in voga negli anni 60 in Inghilterra, che
però la scrittrice reinterpreta a modo suo inserendo in questi racconti sempre
il tema giallo, ma alleggerito da parti leggermente più comiche.
Alcune
delle opere sono state prima scritte sotto forma di romanzo e poi adattate per
il teatro. Altre, tipo questa, nascono proprio come sceneggiature teatrali, la
più famosa di tutti è sicuramente Dici piccoli indiani. (che ora devo
assolutamente leggere!!)
Fatta
questa introduzione avrete capito che ovviamente non posso analizzarlo come un
romanzo, ma devo prendere in considerazione aspetti diversi. Innanzi tutto non
abbiamo una storia molto lunga e quindi si arriva velocemente alla conclusione.
Secondo
punto per me molto importate da tenere in considerazione, essendo un opere
teatrale non abbiamo modo di capire i pensieri dei personaggi. Io personalmente
ho solo letto romanzi con protagonista Poirot, mi sono abituata a seguire i
suoi ragionamenti, le sue indagini, ad ascoltare le sue piccole domande che
sembrano innocue ma che sono molto interessanti. Qui ovviamente non c’è nulla
di tutto ciò. Sia perché non c’è il mio amato investigatore belga, sia perché
essendo una commenda si basa molto di più su movimenti, azioni, espressioni e
luoghi dove si trovano i personaggi.
La
commedia si svolge nella locanda dei coniugi Ralston, dove alloggiano cinque
strani clienti. Tra di loro si nasconde l’assassino che ha già ucciso qualcuno
a Londra e ora sta per avvenire un altro omicidio. Bloccati da una tempesta di
neve, nessuno può fuggire e tutti inizieranno a domandarsi chi sia l’assassino
finendo a dubitare persino delle persone che conoscono da sempre.
La
storia che ci viene raccontata è collegata ad un fatto passato che ha toccato,
anche se in modi diversi, tutte le persone presenti nella locanda. Devo dire
che questo non mi è piaciuto perché non viene spiegato molto bene. Se mi
colleghi un fatto che sta accadendo ora, ad un affatto avvenuto nel passato mi
devi spiegare bene il fatto accaduto nel passato, se no io lettore non capisco
nulla. Alla fine della commedia avremo tutte le spiegazioni ma nel mezzo non ci
capisci molto.
Essendo
molto breve i personaggi mi sono scivolati addosso, caratterizzati diversamente
uno dall’altro come è solita fare la scrittrice, ma non ho avuto modo di
farmeli piacere particolarmente.
Parte
interessante è la port fazione del libro. Dove ci vengono spiegate molte cose,
ed è molto più comprensibile anche la commedia. Non ci viene solo spigata questa
commedia ma un po' tutto il mondo delle commedie gialle e dello stile della Christie.
Quella
parte l’avrei sottolineata tutta! Si parte dal teatro della scrittrice, a come
creare suspence, all’argomento legato alla famiglia presente in molte opere, a
come influisce l’essere isolati in un romanzo giallo. Quest’ultimo punto mi ha
colpito molto perché spiega quelle piccole sezioni che percepisce anche il
lettore sapendo che i personaggi sono in un luogo (esempio la locanda o un
treno) da dove non possono fuggire e dove nessuno può arrivare.
Nella
post-fazione ci viene anche spiegato come sia diverso intrattenere il pubblico
per quanto riguarda un romanzo, quindi una lettura, o uno spettatore visivo
quindi cinema o teatro. Abbiamo molte meno parti inutili nel cinema o teatro,
l’ambientazione la descrizione fisica dei personaggi si intuisce guardando,
mentre in un libro deve essere descritta in ottimo modo per farla comprendere
al lettore.
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