Genere: Distopico
Pubblicazione: 1901/2020
Pagine: 312
Un vapore mortale - dall'inquietante luce
purpurea e dall'inebriante profumo di fiori di pesco - spazza il mondo e
annienta tutte le creature viventi. Rimane un unico uomo, Adam Jeffson, medico,
reduce da una missione esplorativa nell'Artico. Come un Robinson Crusoe
apocalittico, Adam inizia la sua epopea per la sopravvivenza. Ma, a differenza
di Robinson, non è relegato su un'isola: a sua disposizione ha l'intero
pianeta, un mondo silenzioso e devastato. E se l'eroe di Defoe faceva ricorso a
tutte le più sottili doti del raziocinio e dell'intelligenza, Adam sprofonda
invece nella follia, passando per i deliri e le allucinazioni della solitudine
più profonda. Tuttavia una lucidità visionaria si fa lentamente strada nella
sua mente, ed egli diventa infine consapevole che la sua sopravvivenza non è
casuale e che il suo destino - e quello della razza umana - fa parte di un
piano più vasto. Pubblicato agli albori del Ventesimo secolo, "La nube
purpurea" è riconosciuto come uno dei grandi capolavori della fantascienza:
un grandioso racconto emblematico dei più sinistri incubi novecenteschi, ma
anche un'epica vicenda di rovina e rinascita, fine e principio.
Buongiorno lettori, oggi sono qui per
parlavi de “ La nube Purpurea” di M.P. Shiel
Questo è un libro di genere distopico,
scritto all’inizio del 900’, ma che a mio parere rispecchia molto bene anche la
società di oggi.
Il libro parla di Adam, che al ritorno di
una spedizione per il Polo, scopre che tutto il mondo è morto avvelenato da una
nube. Il nostro protagonista si ritrova così da solo, con l’intero pianeta a
disposizione.
Il romanzo parte con Adam, un medico,
amico di una selezione di persone che partirà per una spedizione verso il Polo,
luogo della terra che non è stato ancora visto da nessun uomo. Dopo una serie
di varie circostanze, il medico che doveva partire viene trovato morto e quindi
Adam prenderà il suo posto in questa missione quasi impossibile. Ci viene inoltre detto che sono partite molte
spedizioni per il Polo, ma che mai nessuna è riuscita.
Adam parte così, insieme ad altre persone,
con la Boreal nave che li condurrà verso il Polo. Con la nave possono arrivare
fino ad un certo punto, poi dovranno continuare a piedi, con i cani da slitta.
Adam non doveva neanche essere su quella nave, così come all’inizio non dove
essere tra le cinque persone che partivano a piedi per il polo. Durante il
percorso verso il Polo il nostro protagonista inizia a cambiare, fin che
arrivati vicino al Polo, lascerà i suoi compagni per raggiungere a destinazione
da solo. Una volta arrivato rimane sconvolto da ciò che vede e così decide di
intraprendere il percorso per tornare alla nave. Nel mentre passano gli anni,
diversi anni, e lui sempre da solo con le sue forze, e le sue conoscenze
riuscirà ad arrivare alla nave, ma scoprirà una cosa terribile, sono tutti
morti. La cosa stana è che sembrano morti facendo le solite attività, come se a
morte fosse stata una morte improvvisa. Una volta riuscito a riavviare la nave perseguirà
verso l’Inghilterra trovando durante il suo cammino navi e imbarcazioni
devastate dalla morte. Tutto intorno a lui ha le sembianze della morte, ma la
speranza è la terra ferma. Una volta raggiunta la terra ferma il suo timore
diventa realtà e pian piano capisce che l’intera terra è stata sterminata da
una nube e lui è l’unico rimasto in vita. Una volta arrivato a questo punto
sarà un viaggio per l’intera terra e dentro se stesso.
Il libro mi è piaciuto davvero molto, è
sicuramente un libro molto introspettivo, e con molti punti di riflessione.
Lo stile è molto fluido, anche se scritto
nel 900, non presenta molti dialoghi il testo ben si tante descrizioni.
Solitamente non amo molto le descrizioni, ma in questo libro le ho trovate
perfette. Mai troppo eccessive, sempre descrizioni giuste, riuscivo sempre ad
immaginare dove fosse il protagonista, cosa stesse osservando, e cosa stesse
provando. Infatti, anche dal lato caratteriale ho trovato scritto il testo
molto bene. Solo nella parte centrale del libro l’ho trovato un po' ripetitivo,
ma forse è proprio l’intento dell’autore, in quanto il protagonista più va
avanti, più trova morte e desolazione ed inizia a rassegnarsi.
Il finale mi ha sorpreso, devo ammettere
che per tutto il tempo ho pensato che finisse in un modo, invece poi cambia completamente.
La parte psicologica di Adam l’ho adorata.
Vediamo come cambia lentamente, scivolando pian piano nella follia, perché
essere solo sull’intera terra non mi sembra proprio così tanto bello, facendo
finta con sé stesso di non stare impazzendo.
Mi è piaciuto molto quando verso metà
libro decide di costruire qualcosa, perché non l’ho vedrà mai nessuno se non
Dio.
Leggere questo libro in questo momento
storico mi ha fatto capire quanto l’animo umano resta sempre uguale, nonostante
i progressi del mondo. Vediamo la gente che sa che sarà colpita dalla morte
cercare di scappare, fuggire in capo al mondo per cercare di sopravvivere. Ecco
difronte alla paura della morte la descrizione che Shiel in un libro scritto
più di 100 anni fa è la stessa descrizione che una qualsiasi persona può dare
oggi.
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