venerdì 5 giugno 2020

Recensione: Hunger Games ballata dell'usignolo e del serpente di Suzanne Collins

Casa Editrice: Mondadori
Genere: Distopico
Pubblicazione: Maggio 2020
Pagine: 476
Voto:

È la mattina della mietitura che inaugura la decima edizione degli Hunger Games. A Capitol City, il diciottenne Coriolanus Snow si sta preparando con cura: è stato chiamato a partecipare ai Giochi in qualità di mentore e sa bene che questa potrebbe essere la sua unica possibilità di accedere alla gloria. La casata degli Snow, un tempo potente, sta attraversando la sua ora più buia. Il destino del buon nome degli Snow è nelle mani di Coriolanus: l'unica, esile, possibilità di riportarlo all'antico splendore risiede nella capacità del ragazzo di essere più affascinante, più persuasivo e più astuto dei suoi avversari e di condurre così il suo tributo alla vittoria. Sulla carta, però, tutto è contro di lui: non solo gli è stato assegnato il distretto più debole, il 12, ma in sorte gli è toccata la femmina della coppia di tributi. I destini dei due giovani, a questo punto, sono intrecciati in modo indissolubile. D'ora in avanti, ogni scelta di Coriolanus influenzerà inevitabilmente i possibili successi o insuccessi della ragazza. Dentro l'arena avrà luogo un duello all'ultimo sangue, ma fuori dall'arena Coriolanus inizierà a provare qualcosa per il suo tributo e sarà costretto a scegliere tra la necessità di seguire le regole e il desiderio di sopravvivere, costi quel che costi.

Buongiorno lettori, oggi parliamo del prequel della serie di Hunger games, uscito dieci anni dopo la serie originale.
Devo ammettere che io riguardo a questo libro non avevo aspettative, sapevo a grandi linee la trama, ma non avevo ne alte ne basse aspettative.
Il libro ci parla di Snow che è appena un ragazzo e che viene scelto, insieme ad atri suoi compagni di scola, per fare da mentore ai 24 tributi che prederanno parte alla decima edizione degli Hunger  Games. La famiglia Snow, che è sempre stata ben piazzata nell’élite di Capitol City, sta attraversando un periodo di povertà dovuta alla guerra, ma ovviamente questo la società non deve saperlo, così il nostro protagonista prende questa opportunità da mentore come la sua scalata al successo. Tutto si complica quando a lui viene assegnato il tributo femmina del distretto 12 Lucy Gray. Durante la lettura del libro ho cambiato spesso idea, trovando molte cose positive, ma altrettante cose negative. Partiamo dalla trama che effettivamente non esiste. Il romanzo è incerato su Snow e su ciò che accade intorno a lui e  benché il romanzo sia scritto in terza persona singolare, noi seguiamo sempre i pensieri di Coriolanus. La parte forte del libro, mancando di trama, è data dal protagonista super interessate. In Coriolanus ritroviamo quella perfidia e malvagità che abbiamo conosciuto già nella trilogia originale e ho apprezzato tantissimo il fatto che l’autrice non abbia creato la solita storia del cattivo, ma che effettivamente lui abbiamo una natura più malvagia fin da subito. Ovviamente il tutto è un po’ prevedibile visto che noi sappiamo dove arriverà, e cosa farà nella sua vita futura. Nota più dolente sono invece tutti gli altri personaggi all’interno del libro, senza caratterizzazione o meglio ognuno di essi ricalca in modo profondo un solo lato di se.  Esempio Seianus amico di Snow è il ragazzo con i giusti ideali, la professoressa è la sadica ecc… ecco avrei preferito un po’ più di spessore invece sono come messi da contorno al protagonista principale. Parliamo un attimo di Lucy Gray, che in teoria dovrebbe essere la co-protagonista, sempre zero spessore. La vediamo come una ragazza fragile, ma all’interno dei giochi non si fa scrupoli. La “storia d’amore” tra i due protagonisti, ma anche no! Davvero senza senso, e non dico altro. Vi parlo invece della mia impressione su questi decimi Hunger Games, che sono molto diversi da come li conosciamo noi, sono molto più rozzi. Abbiamo un arena, come la conosciamo noi, con le gradinate e i tributi vengono messi li è basta, quindi zero spettacolo. Prima dei giochi i tributi non vengono “coccolati” con cibo e feste, bensì vengono messi in una gabbia allo zoo e lasciati senza cibo. Quindi capiamo che c’è stata una grande evoluzione, e parte di esse la vediamo qui, in quanto ai mentori viene chiesto di portare idee nuove per i giochi, e proprio il nostro futuro presidente sottoporrà tante nuove idee che poi come sappiamo verranno approvate. La parte dei giochi è stata la meno  interessante perché noi vediamo i mentori che osservano i loro tributi, ma magari per tutto il giorno non succede nulla. Altre cose che non ho apprezzato sono sicuramente i continui riferimenti alla serie originale senza un palese motivo, e le canzoni che proprio non ho sopportato.
Questo libro rientra nella categoria Y.Adult ma se fosse stato un libro per adulti sarebbe stato perfetto. Durante tutta la lettura ci vengono introdotti discorsi o argomenti che poi non vediamo mai trattati. Ecco a mio parere, sarebbe stato molto più interessante trattare di certi temi, come la violenza, perché esistono questi Hunger games? (questa domanda viene fatta molte volte ma non ha una vera risposta) Veniamo a conoscenza che fanno esperimenti per dei mutanti e niente non viene approfondito, e altre tematiche simili. Il finale è un po’ troppo affrettato.


Nel complesso è un libro che mi è piaciuto, abbiamo modo di tornare a Capitol City e conoscere meglio il presidente Snow, che a mio parere resta uno dei cattivi più ben scritti. Lo consiglio sicuramente hai fan della serie, ma avverto che non aggiunge nulla alla storia che già conosciamo, ma non va neanche a rovinarla. Ha sicuramente delle parti un po’ inutili, ma io contrariamente a molti ho apprezzato la terza parte (di cui non parlo per ovvi Spoiler) in cui ci troviamo nel distretto 12 e conosciamo Panem come non l’abbiamo mai vista. Detto questo se volte leggerlo non mi basta che augurarvi buoni decimi Hunger Games.


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