lunedì 19 aprile 2021

Recensione: La donna dalla gonna viola di Imamura Natsuko

Casa editrice: Salani 

Genere: Narrativa - Thriller 

Pubblicazione: marzo 2021

Pagine: 160

Voto: 

Tutti i pomeriggi la donna dalla gonna viola si siede sulla stessa panchina del parco di una grande e anonima città giapponese e mangia una brioche alla crema, mentre i ragazzini che giocano lì intorno fanno a gara per attirare la sua attenzione. La donna dalla gonna viola non lo sa, ma ogni suo movimento è seguito di nascosto dalla donna dal cardigan giallo, la voce narrante, sempre attenta a controllare che cosa mangia, dove va, con chi parla. La donna dalla gonna viola è single, abita in un piccolo appartamento di periferia e svolge lavori temporanei, proprio come la donna dal cardigan giallo, a cui nessuno, però, sembra prestare attenzione. Chi sono davvero queste due donne, i cui unici tratti comuni sembrano essere la precarietà e la solitudine? Con la scusa di voler diventare sua amica, la donna dal cardigan giallo riesce a far assumere la donna dalla gonna viola nella sua stessa agenzia di pulizie che lavora per un hotel. E qui le loro strade si intersecano in modo drammatico e imprevedibile.

Buongiorno lettori, oggi vi parlo di un libro che mi è stato gentilmente inviato dalla salani che ringrazio. 

Devo ammettere che alla fine di questa lettura ho riflettuto molto sul significato di questo libro, perchè non ne avevo capito bene il senso, ma andiamo con ordine. 


La donna dalla gonna viola è la storia di due donne, una ossessionata ed una ignara. Mentre la donna dalla gonna viola vive la sua vita, la donna dal cardigan giallo è ossessionata dalla prima.

Questo è un racconto breve, ma devo ammettere che nella prima parte non avevo proprio capito dove l’autrice volesse andare a parare. 

La storia in sè è veramente troppo scialba. Non c’è suspance, non c’è azione insomma va bene come lettura di un pomeriggio, ma nulla di più. 

Alcuni atteggiamenti e pensieri della donna con il cardigan giallo fanno riflettere, ma devo ammettere nulla di così coinvolgente. 

La struttura del romanzo è molto basica, e non sono riuscita ad empatizzare per nulla con i personaggi. Anche lo stile di scrittura l’ho trovato poco incisivo, non  coinvolgente, oserei dire fin troppo pacato.

Alla fine della lettura mi sono chiesta cosa avessi letto, qual era il significato del libro. 

Dopo riflessioni e ricerche ho ho capito che il significati è proprio l’ossessione, la solitudine lo stalking. 

Il romanzo rientra nella categoria thriller psicologico, ma personalmente lo trovo molto più sul genere di narrativa, in quanto non mi ha trasmesso nessuna emozione, nessun brivido inquietante. 

Questo è un libro che si fa leggere senza troppe pretese, e lo consiglio maggiormente a chi è affascinato dallo stile e cultura  giapponese.



Nessun commento:

Posta un commento