venerdì 7 maggio 2021

Recensione: Le figlie del dragone di William Andrews


Casa editrice: beat

Genere: Narrativa; narrativa storica

Pagine: 303

Pubblicazione: 2020

Voto: 



Nata in Corea e adottata da una coppia di americani quando aveva solo cinque mesi, la ventenne Anna Carlson non ha mai avvertito il desiderio di cercare la donna che l'ha messa al mondo. Ma dopo la morte di Susan, la sua madre adottiva, Anna sente la necessità di raggiungere la Corea per conoscere le sue origini.

Nell’orfanotrofio di Seoul in cui la giovane si reca per avere notizie del suo passato, tuttavia, la attende un’amara verità: sua madre è deceduta vent’anni prima, nel darla alla luce.

Pronta a ripartire senza le risposte che cercava, Anna viene avvicinata da un’anziana con i capelli grigi legati in una treccia, che le mette in mano un pacchettino. All’interno c’è un foglio con un indirizzo di Seoul, scritto in un corsivo elegante, e un pettine in cui è intagliato un drago con il dorso d’oro massiccio. Qual è il significato di un dono tanto prezioso?

Recandosi all’indirizzo scritto sul foglio, Anna non solo scoprirà che la donna, Hong Jae-hee, è la sua nonna materna, ma verrà a conoscenza della sua drammatica storia.

Una storia che ha inizio nel 1943, quando Hong Jae-hee e la sorella maggiore, Soo-hee, vengono reclutate dall’esercito giapponese per lavorare in una «casa di conforto», dove diventano ianfu, «donne di conforto», ovvero prostitute, schiave sessuali dei soldati giapponesi. Resistere all’orrore diventerà, per le due sorelle, l’unico modo per sopravvivere…


   


    Buongiorno lettori, oggi sono qui per parlavi di un libro che mi  ha conquistata, vale a dire le figlie del dragone. 

Ho iniziato questo libro, attirata dalla trama e dal consiglio di Stefania ( https://www.instagram.com/stefania_siano/) e dopo le prime pagine la storia mi aveva già catturato.


All'inizio del libro conosciamo Anna, che insieme a suo padre adottivo si reca in Corea alla ricerca della madre naturale, ma arrivando a destinazione scopre l’amara verità della morte della madre. Dopo aver conosciuto la sua nonna materna, scoprirà anche le sue vere origini e le origini della sua famiglia.


Parto col dire che la storia di Anna per quanto mi riguarda è solo il contorno del libro, la vera protagonista è lei Jae-hee, la nonna materna di Anna, che con un tuffo nel passato ci farà rivivere la sua storia. 

Personalmente la prima metà del libro la reputo perfetta, è la parte della storia che più mi ha interessato e coinvolto. 

Iniziamo il cammino nella memoria di Jae-hee quando lei e sua sorella maggiore, durante la seconda guerra mondiale, vengono prese dai giapponesi e con la scusa di andare a lavorare in una fabbrica vengono portate in questa “casa di conforto”. In questi duri anni la protagonista viene obbligata a prestare “conforto” ai soldati giapponesi e quindi verrà stuprata e maltrattata da essi. Questo primo quarto del libro è molto forte. Vengono descritte violenze, non solo sessuali, che venivano inflitte alla ragazze presenti nella casa di conforto. 

Jae.hee è una delle poche ragazze che riusciranno a scappare da questo inferno e da lì racconterà la sua vita, altrettanto difficile, altrettanto dura. 

Non vi dirò nulla di più perchè è un libro che va scoperto man mano. 

Ad alleggerire la storia c’è il racconto del pettine con il dragone. Questo è un oggetto molto prezioso e potente, che la nostra protagonista conserva da una vita intera ed ora è pronta per passarlo ad Anna. Ma quando la polizia scopre che Anna possiede questo oggetto le cose si fanno sospette. Lo stato della Corea vuole il pettine, ma Anna capirà che quell’oggetto così misterioso vale moltissimo. 


La cosa che mi ha colpito, sone le conseguenze di quello che i militari giapponesi hanno fatto a queste ragazze. Jae-hee per una vita intera viene vista come sbagliata,per quello che ha fatto e per quello che ha subito,che è una cosa disgustosa! Lei ha semplicemente cercato di sopravvivere.


Nel libro si tratta sia il periodo della seconda guerra mondiale sia il dopoguerra, tra Giappone e Corea, tra Corea del Nord e del Sud. 

Come avrete capito la storia mi è piaciuta molto, i personaggi sono ben caratterizzati, si capisce la sofferenza di ognuno di loro. 

Lo stile di scrittura l’ho trovato molto appropriato con il testo, semplice e diretto, senza troppi fronzoli. L’autore è stato molto bravo nel descrivere scene molto forti, senza entrare in troppi dettagli, ma facendoti sentire quello che in quel momento provava la nostra protagonista. 

In questo libro, parliamo di una storia vera, reale, cose che nel nostro passato sono successe, e che purtroppo sono state sepolte per molto tempo.


Infine questo è un libro che consiglio, anzi stra consiglio, ma non è affatto una lettura leggera. Ognuno di voi sà che cosa riesce a leggere e cosa no, quindi lo consiglio ma decidete in base alla vostra personalità, perché qui troverete contenuti molto forti sia fisici che psicologici.








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