venerdì 8 gennaio 2021

Recensione: Stjepan detto Jesus, il figlio di Maria Rita Parsi


Casa editrice: Salani Editore
Genere: Narrativa
Pubblicazione: Ottobre 2020
Pagine: 112
Voto:



Stjepan, detto Jesus perché nato a mezzanotte del giorno di Natale, si sente orfano senza esserlo. Figlio della violenza di un soldato su una giovane donna durante la guerra dei Balcani, è stato abbandonato dalla madre, che non sapeva come amarlo e non voleva odiarlo. Cresciuto sotto l'ala protettiva di una bisnonna forte e allegra che però non gli nasconde la verità, a nove anni Stjepan decide di partire alla ricerca della mamma, accompagnato solo dalla sua tartaruga, dal suo cane e dalla sua inseparabile macchina fotografica. Un viaggio sulle tracce di una donna in fuga da se stessa, che cambiava un lavoro dopo l'altro, lasciando dietro di sé molti amici che accolgono Stjepan con grande affetto, lo aiutano a conoscerla e infine a perdonarla. Ma il libro non finisce con il loro commovente incontro. Perché Stjepan ha ancora un desiderio: andare a trovare il padre in carcere, per dimostrargli che la sua esistenza è la risposta umana alla sua disumana violenza e che la sua sola vendetta sarà non diventare come lui. Un romanzo che dà voce alle vite distrutte dalla guerra e all'incredibile coraggio grazie a cui molte vittime sono sopravvissute. E la voce è quella di Stjepan, pieno di speranza e ostinata tenerezza, come solo possono esserlo i bambini che salveranno il mondo.


Buongiorno lettori, oggi parliamo di un libro che mi aspettavo diverso, ma mi ha sorpreso in un modo inaspettato.
Prima cosa voglio ringraziare la Casa editrice che mi ha dato la possibilità di leggere il libro. Della trama non vi dico molto in quanto è già spiegata in modo dettagliato qui sopra. Quando ho ricevuto la mail mi ha subito colpito questa storia quindi ho deciso di leggerla. Il libro è molto breve, un centinaio di pagine, e si legge molto facilmente.
Ci troviamo insieme ad un bambino, che oltra la Bis nonna e qualche zio non ha nessuno che si prenda cura di lui. Così incoraggiato dalla bis-nonna all’età di nove anni parte per cercare la sua Mamma. La storia della madre del protagonista è molto cruenta. Tenuta prigioniera, stuprata più volte da un soldato serbo (durante la guerra dei Balcani) di cui è rimasta incinta. Marika non ha mai voluto Jesus, perché lui le ricordava il male subito, il suo trauma, ma Jesus cercherà di farsi amare, e di far comprendere alla mamma che non è affatto colpa sua, che lui non è il male, che lui è solo il suo bambino.
Devo ammettere che il romanzo l’ho trovato a tratti inverosimile, un bambino di nove anni non può partire da solo, girare per varie città, in Hotel, bar, treni senza che nessuno lo aiuti o lo accompagni, ma sono andata oltre a questo aspetto e mi sono concertata sulla storia sua e della madre.
Il romanzo è trattato dal punto di vista del bambino, questo rende la lettura molto più leggera e scorrevole. Inizialmente mi aspettavo una storia molto cruenta, invece troviamo la triste storia di un bambino abbandonato, ma di facile lettura da tutti.
Quello che i ha incuriosito maggiormente è proprio il tema della violenza sulle donne durante la guerra. In questo caso si parla della guerra dei Balcani, ma ovunque ci sia stata una guerra purtroppo si sono verificate queste violenze, in modo più o meno grande. Questo è un aspetto della guerra che non viene quasi mai considerato, eppure ha sconvolto la vita di molte donne, e come in questo caso, di molti figli.

È una lettura che consiglio a tutti, si legge velocemente ed una volta letta vi resterà nel cuore la storia di Jesus, un bambino che voleva solo essere amato dalla madre e non essere odiato per ciò che ha fatto il padre. 



Nessun commento:

Posta un commento