lunedì 24 settembre 2018

Recensione: La casa di Natasha Preston


Casa Editrice: Piemme
Genere: Thriller
Pubblicazione: 17 luglio 2018
Pagine: 300
Voto:

 

Mackenzie non è molto entusiasta del fine settimana in montagna con i suoi amici. La casa è bellissima, la compagnia però non la convince: dopo tutto quello che è successo con Josh, non ha voglia di rimanere chiusa con lui tra quattro mura, e la presenza di suo fratello, affascinante ma non particolarmente simpatico, non migliora la situazione. Ma al risveglio dopo la prima notte tutti insieme, i peggiori film di Mackenzie sembrano soltanto fiabe per bambini: due suoi amici sono morti, uccisi in un lago di sangue in cucina, e diventa chiaro che tra di loro è nascosto un assassino.
Mentre la polizia porta avanti l'inchiesta, anche Mackenzie inizia a indagare il passato del suo gruppo di amici per scoprire cosa sia davvero successo. L'assassino è ancora libero, ognuno di loro è un sospettato. E forse nessuno è veramente innocente.
Questo libro è stato una profonda delusione. Tutto molto banale e prevedibile.
La protagonista è molto irritante, frustrante, sembra tonta! Non capisce veramente nulla! Fa mille giri di parole, metà delle quali per dire per l’ennesima volta che non capisce e non sa spiegarsi cosa sta succedendo… non che serva, l’abbiamo capito tutti che non capisci niente!
La storia del “tutto quello che è successo con Josh”, citato nella trama e mille volte nel libro, tutto ciò che li ha fatti litigare, il grande segreto inconfessabile… beh nulla di che, una delusione!
Si capisce subito dove andrà a parare la storia, non solo alla fine ma anche durante la lettura, tutto davvero molto prevedibile.


Lei ha la classica aria da ingenua, ma molto più stupida di quel che dovrebbe. Il colmo è quando dopo 10 pagine con la polizia che dice che hanno bisogno di verificare se son stati drogati, lei sbalordita e sconvolta dice “Ah ma dovete proprio farci gli esami del sangue?” Nooo ma va mica serve l’analisi del sangue per capire se ti hanno drogata.  E poi va nel panico perché ha paura degli aghi e non vuole fare il prelievo. Aghi?! Hanno appena accoltellato e dissanguato due dei tuoi più cari amici e tu fai la lagna per un ago? Ridicolo e come molto altre scene messe li, secondo me, apposta per tirare lunga una storia inconsistente che se lasciata a se stessa sarebbe finita dopo 20 pagine. C’è il solito mix di drammi adolescenziali che potrebbero dare un po’ di tono alla storia ma in realtà per come sono trattati superficialmente la rendono solo più banale.
Lei poi non si fida della polizia, ma dei suoi amici tra cui lo dicono subito c’è sicuramente il killer ovviamente ha una fiducia totale e incondizionata. Tra l’altro faccio notare che la trama stessa dice “diventa chiaro che tra di loro è nascosto un assassino” ma lei passa metà del libro a dire che non ci crede, che è sicurissima dell’innocenza dei suoi amici  e dev’esser stato qualcuno dall’esterno. Non importa quante volte amici e polizia le fanno notare che è impossibile lei continua a dirlo, una noia!
Quindi decide di giocare a far da detective e ovviamente non riconosce la verità nemmeno se gliela sbattono in faccia. Non so nemmeno quante volte ha detto “Non capisco, cosa sta succedendo?” te lo spiego io cara Kenz, succede che forse finalmente il libro è finito! Mi dispiace perché posso solo immaginare quanto lavoro ci sia dietro alla stesura di un libro, ma davvero il mondo sentiva il bisogno di una nuova piccola detective fai da te?
Solo su una cosa non posso che essere d’accordo con te, Kenz, “questa indagine dev’essere una delle peggiori di tutti i tempi” ecco brava per una volta ne hai detta una giusta!

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