giovedì 13 settembre 2018

Recensione: La neve se ne frega di Luciano Ligabue


Casa Editrice: Einaudi
Pubblicazione: 10 maggio 2016
Genere: distopico
Pagine: 242
Voto:

In un altrove temporale ma nemmeno troppo lontano, la società ha realizzato il migliore dei mondi possibili, sia pur a fronte di un controllo totale. Un luogo in cui si nasce vecchi e si ringiovanisce col passare degli anni. Il mondo è pulito. Le risorse rispettate. Un soffice rigore governa l'esistenza. Tutto secondo il Piano Vidor che garantisce a ciascun individuo bisogni e felicità, così come il diritto ad avere diritti. E godere dei propri diritti è un dovere per tutti. In questa società rigorosa e ovattata vivono Difo e Natura, una coppia felice secondo programma. Lavorano, fanno l'amore, frequentano amici, si divertono con le forme di intrattenimento conosciute. Come tante altre coppie. Ma Difo e Natura sono diversi. Sono destinati a imbattersi nel mistero del venire al mondo. E ad aprire una fatale contraddizione in quel paradiso del Piano Vidor che sembra perfetto.



Ebbene sì cari lettori, avete letto bene, l’autore del libro di cui sto per parlarvi è proprio lui, Ligabue.
Premetto che io amo semplicemente quest’uomo. Ha una visione del mondo che è pazzesca, e ogni volta riesce a raccontarla così semplicemente che ti spezza il respiro.
C’è sempre una canzone, per caso o per fortuna, che è perfetta, che racconta esattamente la tua vita e quello che stai vivendo. È questo il suo dono.


Ligabue ha scritto diversi libri, di poesie principalmente, ma non ricordavo assolutamente che si fosse cimentato in un romanzo distopico. Quando l’ho scoperto, quel libro doveva essere mio. Fortunatamente c’è chi pensa sempre a me e me l’ha regalato, insieme all’edizione illustrata. Se stai leggendo, beh…ancora grazie!
Ma parliamo del libro…


La neve se ne frega è un distopico con una base davvero molto interessante: nel mondo super controllato, le persone nascono al contrario. Nascono da vecchi in una capsula, e ringiovaniscono con il passare degli anni. Ad ognuno viene affidato un partner con in quale passerà il resto della sua vita, ed un lavoro, identificato dal proprio nome. 


Ad esempio, il protagonista si chiama DiFo Sogno. Sogno perché lavora nell’ambito dell’arte e DiFo perché è direttore della fotografia. Ma io ho adorato il nome, anzi cognome della protagonista femminile: Natura!


Molti sono i divieti e i diritti in questo mondo, e Ligabue ce li propone tutti nelle prime pagine del libro. Come far amare fin da subito il proprio libro!
Quindi le basi c’erano tutte, ma poi boh… forse alla fine mi ha un po’ deluso. Mi aspettavo di più, sicuramente mi aspettavo più frasi da sottolineare, come suo solito – ero già pronta con la matita in mano – ma nulla.


Racconta la vita di DiFo e Natura, nella sua bellezza e nel suo dolore. Fra alti e bassi. Ma arrivati alla fine non cambierà nulla. Perché?
DiFo e Natura nel loro piccolo combatteranno la loro battaglia, scopriranno che non esiste un solo modo per venire al mondo, e assaporeranno la gioia e il dolore che si nasconde dietro questo. Ma tutto questo dolore non li porterà a nulla, solo al proprio destino, già scritto.



È un libro particolare, come anche lo stile di scrittura, il protagonista DiFo racconta i fatti in prima persona, ma rivolgendosi sempre direttamente a Natura, quasi come se li stesse raccontando a lei. Particolare molto toccante in certi punti. È un distopico un po’ diverso dai soliti, avventura e azione non sono di certo i primi aggettivi che mi vengono in mente per descriverlo, ma è sicuramente un libro molto riflessivo.


Dentro al mondo perfetto creato dal piano Vidor, che tende alla felicità di tutti gli esseri umani, si nascondono grosse falle che rivelano il senso della vita: non sempre siamo destinati a fare ciò che è stato scritto per noi. E non sempre farlo significa essere felici. Anche se il destino ha la sua puntualità. Spetta poi a noi cercare di cambiarlo.


Nel complesso anche se mi aspettavo di più, è un libro che sta nel mazzo e si fa leggere volentieri. L’edizione illustrata poi è davvero bella. Un libro che anche se nasconde molto poteva regalare molto di più.
Lascio a voi scoprire perché la neve se ne frega…


“Parlami davvero, dentro questo gelo,
sentimi davvero, che non fa più buio,
baciami davvero, che non casca mica tutto il cielo,
che ci stiamo ancora sotto insieme…
che la neve qui fa il suo lavoro.”



Nessun commento:

Posta un commento