giovedì 24 maggio 2018

Recensione: Tutto il buio dei miei giorni di Silvia Ciompi

Casa editrice: Sperling & Kupfer
Genere: New Adult
Data di pubblicazione: 10 aprile 2018
Pagine: 325
Voto:

Camille ha vent'anni, ama lo stadio nelle domeniche di primavera, con le maniche corte e le bandiere mosse dal vento, e ama la sua curva, in ogni stagione. Lì salta sugli spalti, tiene il tempo con le mani: è la cosa che ama di più al mondo. È l'unico posto dove si sente davvero viva. Ma un giorno, proprio fuori dallo stadio, la sua vita si spezza. Un'auto con a bordo un gruppo di ultras la investe.Tra di loro c'è anche lui: in curva tutti lo chiamano Teschio. Sembra il cliché del cattivo ragazzo, ricoperto di tatuaggi e risposte date solo a metà. Eppure Teschio e Camille sono come due libri uguali rilegati con copertine differenti. Due anime che non hanno fatto in tempo a parlarsi prima, a guardarsi meglio. Si sono passati accanto migliaia di volte, ma non sono mai stati davvero nello stesso posto. Lo sono ora. Ora che il dolore si è mangiato tutto ciò che Camille era.



Carissimi lettori buongiorno. Oggi il libro di cui ho deciso di parlavi è un romance di cui avrete sicuramente sentito parlare, visto il forte successo che ha avuto. “Tutto il buio dei miei giorni”, un libro sicuramente molto forte e riflessivo. Un libro da graffi e ferite. Da urla e grida. Un libro fantastico. Si lettori, questo è un libro d’amore, nonostante le mie premesse, ma questo è un amore odiato, un amore che ti lascia al buio, con l’amaro in bocca, un amore che ti strazia il cuore. Un amore che ti lascia spezzato.


Mi è piaciuto? Si ma… *perché c’è sempre un ma*…ma mi ha lasciato dentro anche a me quell’amaro in bocca, quella tristezza per cui avrei voluto urlare, per cui avrei voluto domandare “cavoli ma com’è possibile?!” Mi ha tenuta incollata alle pagine è vero, ma alle volte mi ha anche fatto pensare “ma ancora?!”, “ma non hanno imparato nulla questi due?!” ne ero un po’ stufa ad un certo punto nonostante tutto… fortunatamente è poi arrivato quel colpo di scena che ha risollevato tutta la storia… quel colpo di scena per cui vale la pena aspettare!


Questa è la storia di Camille. Camille la spezzata. Spezzata da quella macchina che l’ha investita là a casa sua, allo stadio, il suo posto. È la storia di “solo Camille”, che combatte contro sé stessa, contro la vita che quella macchina gli ha lasciato. Una sedia a rotelle, le gambe rotte e un braccio danneggiato.
Quella macchina guidata proprio da loro, dai suoi ultras, quelli che guarda cantare ogni domenica, quelli che ha sempre sognato di conoscere…


Ma questa è anche la storia di Teschio, che spezzato lui ci è nato. Spezzato dall’alcol, dalle canne e da quella reputazione che suo padre gli ha lasciato in eredità. Solo in mezzo a quella famiglia che si è scelto, gli ultras.
Due vite che si scontrano faccia a faccia, due vite che ci vengono raccontate direttamente dai punti di vista alternati dei due protagonisti.


Loro come dicevo prima, li ho un po’ amati e un po’ odiati. Sempre a rincorrersi, sempre a cercarsi per poi sparire, scappare. Sono due protagonisti che si feriscono a vicenda, che si rompono per poi rincollarsi pezzo per pezzo. Teschio aiuterà Camille a riprendersi quella vita che le hanno portato via. Camille aiuterà Teschio a vivere veramente.

Leggere della loro lunga avventura è stato comunque emozionante. L’autrice usa parole forti che fanno subito l’effetto, arrivando al cuore di chi legge. Il loro sarà un percorso, una salita, che ho apprezzato sì, ma che in certi momenti avrei voluto portasse ad un’altra strada, un’altra meta. Altro oltre al loro amarsi e farsi male. Insieme sono in grado di far sembrare tutto così semplice, talmente semplice che in alcuni attimi Camille non sembrava nemmeno una disabile che cerca di combattere contro il mondo.


Ecco questo mi è mancato, quell’altro oltre il loro amore. La loro storia è bellissima e molto coinvolgente, ma è forte, talmente tanto che forse avrebbe avuto bisogno di alcune pause, di quella quiete dopo la tempesta, *d'altronde il troppo stroppia*.
Non voglio parlare troppo della storia, sono sicura che ne avrete già letto abbastanza, ma sono qui per farvi il mio quadro generale e confermarvi che questo è un libro che vale la pena leggere.  Non poteva esserci titolo più azzeccato, scelta ottima. Tutto il buio dei miei giorni, quel buio che fa davvero paura. A tutti tranne che a loro.


Godetevelo… e ricordatevi che siete qui per dire “il meglio deve ancora venire”.



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