Prima
pubblicazione: 1856
Genere:
Classico
Casa
editrice: Newton Compton
Pubblicazione: 22 maggio 2014
Pagine: 320
Voto:
Giovanissima
e ingenua, Emma si affaccia alla vita credendo che il matrimonio sia il
coronamento di ogni sua aspirazione all'amore. Ma quando, dopo aver sposato
Charles, scopre che la realtà è molto diversa dalle aspettative e che i sogni
romantici rimarranno solo fantasie, sceglie di percorrere una strada diversa:
quella della passione e della perdizione, trascorrendo le sue giornate alla
ricerca del piacere e del lusso. Così tra feste raffinate e appuntamenti
galanti Emma si perde in un destino non suo, molto lontano da quello che aveva
immaginato.
Buongiorno
amici lettori! Eccoci tornati con il nostro appuntamento mensile sui classici!
Questo mese parliamo di Madame Bovary!
Nonostante
sia contenta di aver fatto questa lettura il libro non mi è piaciuto per
niente! Stroncato in pieno! A partire dalla trama, che non è proprio nelle mie
corde, per finire con lo stile, prolisso e a mio parere noioso!
È
un classico vero, ma anche i classici si possono bocciare, e io non ho paura di
farlo!
La
storia racconta della vita di Emma, a mio parere una pazza isterica, e delle
sue vicissitudini amorose, come credo sappiate già tutti! Non entro nei
particolari, ma questo libro non mi ha portato proprio nulla.
Emma
viene descritta da Flaubert come una donna infelice, lamentona e a tratti
ignobile, in realtà la descrive così bene da fartela odiare sin dalle prime
pagine! Emma non combinerà nulla nella sua vita, se non piagnucolare e spendere
tutti i soldi del suo povero marito, Charles Bovary. Un uomo mediocre, senza gli
attributi e probabilmente con due enormi fette di pizza (scusate, ma il salame
non mi piace) sugli occhi!
Come
vi accennavo la trama non mi ispirava molto, e lo stile di Flaubert non mi ha aiutato per nulla! Pecca soprattutto nelle descrizioni ambientali, così piatte
a mio avviso da sembrare liste della spesa. Con i personaggi se la cava
decisamente meglio, visto che probabilmente il suo scopo era farceli odiare
quasi tutti!
Non
mi ha trasmesso nulla questo libro, se non una sofferenza in monde per cercare
di finirlo nei tempi stabiliti! Andavo avanti ormai solo per forza di volontà e inerzia! Anche
il finale, che ha catturato l’attenzione di molti, mi ha lasciata pressoché indifferente,
come se stessi leggendo l’etichetta di uno shampoo sotto la doccia! Alla fine
ero solo contenta di essere arrivata al’ultima pagina.
Il
ritmo del racconto e l’atmosfera creata dall’autore non mi sono per nulla
piaciuti, probabilmente perché non mi sono arrivati a dovere, così come il
messaggio, anche se per l’epoca in cui è stato pubblicato l’autore ha avuto un
bel coraggio, andando contro chiesa e società. Infatti dopo la pubblicazione Flaubert creò un tale scandalo che portò a definire la sua protagonista un’eroina. Io mi
trovo assolutamente contraria a questo aggettivo, anche per l’epoca. Floubert subì
anche un processo, ma venne poi scagionato. È bene ricordare che per scrivere
questo romanzo prende spunto dalla vita reale, creando così un rappresentazione
fedele dei costumi di provincia e di una vita quotidiana quanto tragica.
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