Casa editrice: NPS Edizioni
Pubblicazione: 24 maggio 2018
Genere: storia / avventura
Quattro racconti, quattro
epoche remote, quattro popoli che hanno segnato la storia del Mediterraneo,
accomunati da un’ossessione: la divinazione, per aprire squarci sul futuro e
scoprire il volere degli Dei. I Fenici in Sardegna, gli Etruschi in Toscana, Umbria
e Lazio, gli Ellenici in Campania e nel Sud dell’Italia, infine i Romani:
sussurri divini nell’acqua e nella pietra, voli di uccelli e viscere degli
animali, sacrifici e visioni, oracoli vergati su fogli di papiro e libri con
una risposta per ogni domanda.
Storia, mito e fantasia sono
le basi da cui si dipanano le avventure narrate in “Porpora”, “Il dono
dell’aruspice”, “Sibilla” e “I libri fatali”.
Buongiorno readers! Voi
credete nei segni e nelle premonizioni? Io non molto, credo che ognuno di noi
sia l’artefice del proprio destino, tutto dipende dalle nostre scelte, e
nessuno può prevederle. Ma questa non è certo l’idea del libro di cui sto per
parlarvi. Un libro che si basa proprio sulla divinazione.
“Oracoli”, edito NPS Edizioni -
giovane casa editrice nata da poco ma che promette molto bene, che tra l’altro
ringrazio fortemente per questo libro - ci svela, tramite quattro racconti
diversi, l’importanza che la divinazione ha avuto nel nostro passato. Fenici,
Etruschi, Ellenici e Romani, sono questi i popoli che parlano attraverso le
pagine del libro, in un mix di miti, storia e fantasia.
Si tratta di un libricino
molto scorrevole che ho letto in un paio d’ore, dai toni classici ma spensierati.
Si è rivelata una lettura davvero piacevole, senza troppe pretese, che per un
pomeriggio mi ha catapultata nella nostra antica storia. Molti sono i sottili
riferimenti storici, che lasciano una nota di serietà tra le righe di questo
libro.
Sono quatto racconti in
qualche modo collegati tra loro, che nonostante il loro contenuto non mi sia
dispiaciuto non mi hanno convinta fino in fondo.
Ognuno è fine a sé stesso, con quattro diversi protagonisti che
intraprendono la loro strada verso la divinazione, in base alle usanze del
secolo. Ma fine. Non ci ho trovato nessun messaggio morale o avventure
strabilianti, nessun colpo di scena. Quattro racconti abbastanza piatti che
anche se scritti veramente bene mi hanno lasciato un po’ l’amaro in bocca.
Non sono proprio riuscita a
capire l’intento dell’autrice, che forse a questo punto voleva solamente
rendere nota la storia della divinazione italiana, ma poteva comunque fare
molto meglio, aumentare un pochino la suspense e l’attenzione del lettore. È sicuramente
un’autrice da tenere d’occhio, perché ha chiara la sua strada, quella dei
romanzi storici. Deve solo implementarla un pochino di più.
Nel complesso comunque non mi
è dispiaciuto, ho scoperto cose che non conoscevo, e questo è sempre bello,
soprattutto quando un libro in qualche modo ti lascia qualcosa dentro...
Se avete voglia di una lettura
non troppo impegnativa ma con qualche nota interessante e istruttiva, questo è
il libro che fa per voi.
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