lunedì 21 gennaio 2019

Recensione: La scacchiera di Auschwitz di John Donoghue


Casa Editrice: Giunti Editore
Genere: Narrativa
Pubblicazione: 28 ottobre 2015  
Pagine: 340
Voto:

L'SS Paul Meissner è trasferito ad Auschwitz dal fronte russo. Una ferita a una gamba lo costringe a occuparsi dell'amministrazione dei reparti SS e dell'efficienza dei campi di concentramento. In particolare, dalle altissime gerarchie del Reich è appena arrivato l'ordine di innalzare il morale delle guardie attraverso attività ludiche ma anche edificanti. Meissner decide così di fondare un club degli scacchi dove le guardie possano sfidarsi; presto però viene a sapere che anche i prigionieri giocano di nascosto e nella fattispecie circolano voci su un ebreo francese, un certo Emil Clément chiamato ''l'orologiaio'', che pare sia davvero imbattibile. Meissner lo incontra e tra i due nasce un rapporto strano che culmina con la sfida più pericolosa e angosciante di sempre: giocare contro le SS mentre in palio c'è la vita o la morte di altri prigionieri.
Vent'anni dopo, Emil Clément, ormai scrittore di successo, incontra per caso Meissner ad Amsterdam. Emil preferirebbe non aver nulla a che fare con lui ma Meissner insiste. Che cosa vuole ancora da lui?
Ho trovato questo libro molto bello, soprattutto dal punto di vista storico.
È strutturato molto bene, c’è una continua alternanza tra ciò che è accaduto negli anni 44 e 45 e il presente, ambientato negli anni 60. La storia viene svelata a poco a poco, aggiungendo i vari tasselli.
La trama in sé mi ha lasciata un po’ perplessa, questa cosa dei nazisti “buoni” la rende una storia troppo di fantasia, a mio parere, più difficile da assimilare perché a tratti è davvero inverosimile.
Diciamo che il libro è bello ed originale, ma se la trama avesse preso una piega un po’ diversa, più credibile e plausibile, avrebbe dato spunti di riflessione più profondi.
I temi trattati sono comunque profondi e importanti, il che è una cosa che ho sicuramente apprezzato!
Avrei alleggerito un po’ più lo stile, che a tratti è troppo particolareggiato e risulta essere dispersivo rispetto alla storia principale. In questo modo il libro sarebbe stato un po’ più leggero e scorrevole, indipendentemente dai temi trattati. 



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